Per il quarto anno consecutivo il Palasport di Ancona ha ospitato i Campionati Italiani indoor: un’edizione che a conti fatti ha lanciato segnali positivi per l’atletica azzurra da anni alla ricerca di un difficile rilancio. Segnali amplificati dal fatto che molti big hanno disertato la rassegna tricolore, uno su tutti quel Filippo Tortu che soprattutto mediaticamente è diventato un fortissimo traino per tutto il movimento. L’unica stella presente era Gianmarco Tamberi (nella foto della homepage) e l’altista marchigiano ha onorato l’impegno nella sua città con una grande prestazione, dimostrando che il lento cammino della ripresa dopo il terribile incidente del 2016 è arrivato quasi al traguardo. Il suo 2,32 è la miglior misura europea dell’anno, ma sono soprattutto i tentativi a 2,34 a far ben sperare. Tamberi sarà la migliore carta da giocare fra due settimane agli Euroindoor di Glasgow, leader di una nazionale forse scarna nei numeri ma ambiziosa, se non per le posizioni sul podio quantomeno per le finali.
Insieme a quella di Tamberi, l’altra grande prestazione è stata quella di Leonardo Fabbri che a soli 21 anni ha riportato l’Italia oltre i 20 metri nel getto del peso, su misure che non vedevamo ottenute da un azzurro dall’inizio del secolo. Più che il 20,69 che gli è valso la vittoria, è la sua costanza di rendimento oltre i 20 metri a far capire che siamo in presenza di un atleta con un grande futuro davanti. Per carità, l’eccellenza internazionale è ancora lontana più di un metro, ma il tempo è dalla sua parte, ora quel che conta è stabilizzarsi su certe misure.
La gara più bella della rassegna tricolore è stata quella del salto triplo con ben 4 atleti oltre il minimo di qualificazione per Glasgow posto a 16,50. Alla fine l’ha spuntata Simone Forte che con 16,76 è diventato il settimo italiano di sempre, battendo di soli 4 cm un mito come Fabrizio Donato che a 42 anni e a dispetto delle ginocchia scricchiolanti ha ancora tanto da dare in gara, sia come misure sia soprattutto come esperienza da trasmettere agli altri. In una stagione nella quale la specialità, soprattutto in Europa, vive un momento di stasi, un ulteriore miglioramento per Forte nell’occasione che conta potrebbe anche regalargli un sogno.
In campo femminile questa volta si è un pò segnato il passo. Ci si attendeva molto dalla sfida nel salto in alto fra Elena Vallortigara e Alessia Trost ma alla fine si è rimasti su misure che a livello internazionale dicono poco. La Vallortigara comunque ha migliorato il suo annoso record personale portandolo a 1,92 mentre la friulana continua a mostrare quegli alti e bassi figli di una preparazione tecnica ancora troppo indietro. Se la gara dei 400, altra prova molto attesa, alla fine ha premiato Raphaela Lukudo su un modesto 53”14, chi ha convinto è stata Tania Vicenzino (sotto nella foto), che dopo anni è tornata a volare nel lungo, atterrando a 6,60 che è l’ottava misura mondiale dell’anno. La Vicenzino viene da una stagione invernale vissuta nel bob, in una commistione di sport che già aveva avuto illustri precedenti e che ancora una volta ha dimostrato di poter favorire buoni risultati, un esempio quello dell’atleta dell’Esercito che andrebbe decisamente preso in considerazione.