TRICOLORI DI CICLOCROSS CON TANTE BUONE NOTIZIE
di Gabriele Gentili

Il fuoristrada italiano, alle porte di un nuovo quadriennio olimpico, si trova di fronte a una strana antitesi, con il settore Mtb bisognoso di una rinfrescata e un po' carente di grandi risultati nel 2016 e il ciclocross che all'opposto sembra prossimo a rinverdire i fasti degli anni Novanta, anche se rispetto ad allora il dualismo Belgio-Olanda lascia meno spazio agli altri. Un'antitesi strana perché a ben guardare, i protagonisti sono gli stessi e i Campionati Italiani organizzati a Silvelle di Trebaseleghe (località confermatasi l'autentico tempio dell'attività italiana sui prati) hanno visto i bikers in primissimo piano.

La gara elite maschile resterà negli annali della specialità per il grande spettacolo e l'incertezza massima che i protagonisti hanno saputo regalare: una gara che ha sancito la definitiva maturazione di Gioele Bertolini, il campione valtellinese confermatosi sul trono tricolore, ma dopo una prova ben più lottata dello scorso anno per la presenza di Marco Aurelio Fontana, tornato al suo antico amore dopo una stagione di sosta per concentrarsi sulla Mtb. I due hanno dato vita a un confronto serratissimo, anche al limite del regolamento in alcune curve, ma non sono stati i soli protagonisti, considerando Luca Braidot che ha lanciato la gara su ritmi folli, suo fratello Daniele (come Luca all'esordio con la nuova maglia dei Carabinieri) rientrato sui primi al pari di Stefano Capponi, vera sorpresa della giornata, laziale che eravamo abituati a vedere protagonista negli XC e nelle Granfondo di Mtb del centro Italia. I cinque sono rimasti in piena bagarre fino alla campana finale, quando Fontana ha iniziato a spingere sull'acceleratore senza però riuscire a fare la differenza. Era chiaro a quel punto che sarebbe stato un particolare a decidere la corsa e questo si è tradotto in una scivolata di Fontana, leggera ma bastante a far guadagnare a Bertolini una manciata di metri per affrontare da primo la scalinata finale e l'ultima curva, andando a conquistare la vittoria con Fontana, Luca e Daniele Braidot, Capponi e Cristian Cominelli tutti nello spazio di 12". E parliamo di sei bikers…

Nella prova femminile ennesimo titolo per Eva Lechner, in gara con la maglia dell'Esercito come per tutte le prove tricolori. L'altoatesina era attesa a un confronto serrato con Alice Maria Arzuffi, portacolori della Selle Italia Guerciotti che quest'anno ha fatto un enorme salto di qualità soprattutto a livello internazionale, ma a conti fatti la gara padovana ha dimostrato che la differenza è ancora cospicua, quando la Lechner è nel pieno delle sue forze. La Arzuffi ha retto per le prime fasi, poi la sua avversaria è andata via di forza chiudendo con 39" di vantaggio, mentre dietro sono arrivate la toscana Alessia Bulleri e l'altoatesina tricolore dell'Eliminator Anna Oberparleitner, altre due atlete che condividono l'attività sui prati d'inverno con quella in Mtb nelle altre stagioni. Conferma fra le Under 23 per Chiara Teocchi (Bianchi Countervail) che appare come la carta più pesante da giocare per un'Italia ambiziosa ai prossimi Mondiali: l'azzurra, già campionessa d'Europa di categoria, ha però dovuto sudare le proverbiali sette camicie per sconfiggere Silvia Persico, battuta solo allo sprint, mentre fra le Junior il successo è andato a Nicole Fede grazie anche alla sfortuna che ha permeato la prova della favorita della vigilia Sara Casasola, solamente terza.

Come si vede, la crema del ciclocross italiano viene tutta dalla Mtb (anche nelle categorie giovanili, anzi forse ancor di più) secondo un mischiamento che è alla base dei nuovi dettami tecnici fortemente voluti dal Cittì della strada e supervisore Davide Cassani, seguendo (finalmente) un indirizzo tecnico alla base delle grandi scuole europee ma che noi avevamo dimenticato da un po'. Se nel ciclocross i frutti si cominciano a vedere e potremo goderne a breve scadenza, nella Mtb servirà un po' più di tempo, anche se c'è materiale di che essere ottimisti.