Il Velodromo

di Stefano Conca

Se per molte regioni italiane il sole della seconda decade di febbraio profuma già di primavera e di risorgimento, per quelle più a nord sa di basso medioevo. Ecco che allora, con l'avvicinarsi del fine settimana e del conseguente affinamento delle previsioni metereologiche a carattere nefasto, una parola fra tutte comincia a farsi spazio tra le sinapsi del cicloamatore, fino ad illuminarsi e lampeggiare: VELODROMO! Di solito il programma e' il seguente:
- Giorno prescelto: domenica
- Partenza comoda alle 5:30 del mattino
- Ritrovo alle 8:00 spaccate già "colazionati" di fronte al cancello dell'impianto.

Appena dentro la struttura, si viene avvolti dal tipico olezzo di una piscina comunale. Si paga l'ingresso in cambio di 3 ore di giostra e un micro-armadietto personale in cui stipare, non si sa come, gli indumenti "civili" e gli effetti personali. Gli spogliatoi sono più simili ad una cella frigorifera e non solo per la temperatura. Nella sequenza delle cose da fare, arriva il turno del noleggio del mezzo. Condurre una bici da corsa può essere molto faticoso, non immediato e sulle medie e lunghe percorrenze decisamente scomodo, ma quella da pista è tutt'altra storia. Si tratta di uno strumento di tortura medioevale, composto da un telaio supercompatto e per questo motivo rigidissimo, una trasmissione a scatto fisso, ruote a profilo alto (talvolta con posteriore lenticolare) manubrio nudo e sella! I freni non ci sono, in pratica non servono! Il ciclismo è per molti ma non per tutti. Il "legno" è veramente per pochi! 

Adesso tutto è pronto e ti ritrovi all'interno del "parterre" ad ascoltare le istruzioni dall'espertone del gruppo, da quello che l'ha già fatto e che a quel punto fa partire "l'Ouverture" delle raccomandazioni:
- La bici è a scatto fisso, quindi dimenticatevi come avete pedalato fino ad ora. 
- La bici non ha i freni, se qualcuno vi taglia la strada siete per terra! Quindi occhi aperti e tenete la distanza
- In basso si gira lenti; se volete aumentare dovrete spostarvi sulle corsie alla vostra destra
- Quando cambiate corsia, assicuratevi PRIMA che non arrivi nessuno come in autostrada
- Quando volete riposare, cominciate a scalare corsia fino ad arrivare sulla fascia azzurra; quindi entrate nella zona di sicurezza e con un leggero contropedale rallentate fino a fermarvi.
Il ciclismo è per molti ma non per tutti. Il "legno" è veramente per pochi!

Qualche esitazione ancora sulla partenza, poi giù il gettone e VIA!! Qualcuno si fa prendere dall'entusiasmo e,  se ha già una discreta gamba, sprezzante del pericolo si mette a tutta a tirare treni pieni di cavalli di razza. Qualcun'altro si spaventa da morire, non si sente a suo agio e preferisce lunghe soste al bar. C'è chi la trova estremamente noiosa e gira moderatamente più per dovere che per vero divertimento Pochi, per fortuna, assaggiano il legno che non è come l'asfalto ma fa tanto male ugualmente. Il ciclismo è per molti ma non per tutti. Il "legno" è veramente per pochi!

Alla fine, dopo una lunga doccia rigenerante, i cicloamatori si rinfileranno nelle loro auto mezzi intontiti dal sonno, e dalla nausea per aver girato in tondo per ore. Una volta a casa se la racconteranno in tutte le salse per un intera settimana, sperando di non dover tornare sulla giostra troppo in fretta, e che una rondine faccia presto primavera;-)