CICLOMERCATO MAI COSI' SCOPPIETTANTE
di Gabriele Gentili

Il ciclomercato postolimpico è sempre il più rutilante di botti nel mondo della mountain bike, il perché è semplice da desumere: la gara olimpica, la chiusura di un cerchio dalla quale si riparte, chi per confermarsi e chi per iniziare un nuovo progetto che porti risultati migliori. Un tourbillon che coinvolge anche le altre specialità e che alla fine vedrà tanti campioni italiani e stranieri partire con nuove maglie, nuove bici ma soprattutto nuove prospettive.

L'andamento della gara olimpica e del complesso di tutta la stagione ha fortemente influito sulla nazionale italiana che rimischia le sue carte, con tutti i suoi componenti al maschile che cambiano casacca. Se per Luca Braidot non è un vero e proprio cambio di team, visto che la Forestale è stata inglobata nei Carabinieri anche a livello sportivo dopo la decisione governativa, gli altri hanno tutti dato una decisa sterzata alla propria carriera: Marco Aurelio Fontana torna in Italia dopo tanti anni alla Cannondale, anche se l'approdo alla Bianchi Countervail significa entrare nel team italiano con la maggiore visione internazionale. Andrea Tiberi ha lasciato la Frm per unirsi al Team NOB Selle Italia che accresce le sue ambizioni nel cross country. Gerhard Kerschbaumer dal canto suo chiude la lunga parentesi alla Bianchi, in verità con poche soddisfazioni dopo l'approdo seguente ai suoi ripetuti titoli giovanili, per cercare un rilancio alla Torpado Gabogas, nuova squadra nella quale l'altoatesino può coltivare le giuste motivazioni per ripartire dopo anni tormentati. Il cambio principale riguarda però il talento più luminoso della Mtb italiana, l'ex iridata junior Martina Berta che approda nella categoria Under 23 accettando la proposta del colosso francese BH SR Suntour dove prende il posto nientemeno che dell'ex olimpionica Julie Bresset, che ha deciso di chiudere (temporaneamente?) la sua carriera.


Anche all'estero non sono rimasti a guardare, anche perché la chiusura del quadriennio olimpico ha portato a uno smantellamento senza precedenti di squadre di prima grandezza come Multivan Merida e Team Stockli. Il cambio principale è quello di Jolanda Neff, la campionessa elvetica che, pur avendo vinto il titolo mondiale Marathon, ha messo alle spalle un 2016 molto deludente viste le premesse che l'accreditavano di un oro olimpico quasi scontato. La svizzera ha scelto la Polonia accettando la proposta della Kross di affiancare la vicecampionessa olimpica Maja Wloszczowska e proprio la convivenza di due primedonne simili sarà la grande scommessa dell'anno. Un altro motivo d'interesse sarà la nascita di nuovi team come il Mobel Marki, a forte trazione austro-tedesca e il Radon Factory XC Team che raccoglie molti transfughi del Team Stockli come Mathia Fluckiger. Restano però ancora a piedi alcuni personaggi di spicco e se l'olandese Vasn Houts ha scelto di appendere la bici al chiodo, la norvegese Gunn-Rita Dahle Flesjaa ha deciso di continuare un altro anno nel cross country prima di dedicarsi completamente alle marathon in un team tutto suo, dove cercare anche una difficile selezione su strada per i Mondiali 2017 che si svolgeranno proprio in Norvegia.

La rivoluzione postolimpica ha portato novità anche in altre discipline che con i cinque cerchi non hanno nulla a che fare: ecco così che nella downhill la Trek prosegue nella sua tradizione di accaparrarsi i neocampioni del mondo come aveva fatto con l'americano Gwin e porta nelle sue file il britannico Hart, mentre Manon Carpenter, la britannica stanca di subire sconfitte dalla connazionale Rachel Atherton, cerca nuovi stimoli con la Radon. Ma la sensazione è che i botti del mercato non siano finiti, visto anche il posticipo a fine primavera dell'inizio della Coppa del Mondo.