Alaphilippe ha la perfetta coscienza delle proprie qualità e anche dei propri limiti, per questo al Tour de France ha subito messo da parte le ambizioni di classifica concentrandosi sulle tappe più prestigiose conquistandone due e portando a casa la maglia a pois di miglior scalatore, molto considerata oltralpe. Matthews da parte sua ha caratteristiche per certi versi simili rispetto al francese, anche se non possiede certo la sua esplosività in salita, compensata però da doti di velocista non comuni che gli hanno permesso di firmare una clamorosa doppietta nelle classiche canadesi del World Tour, vincendo prima il GP du Quebec e due giorni dopo quello di Montreal beffando un ottimo Sonny Colbrelli.
Matthews, molto abile anche a cronometro, è un corridore che ogni squadra vorrebbe perché porta con sé infinite possibilità d’impiego e di raccolta di successi, dalle classiche veloci a quelle un po’ più impegnative, fino alle prove a tappe brevi. E’ in forma dall’inizio della stagione, inoltre sa mettersi a disposizione nelle grandi corse a tappe. Il percorso di Innsbruck non è certo ideale per le sue caratteristiche, ma Matthews può essere un elemento di rottura, se non per la nazionale australiana che di punte vere e proprie per una gara tutta di salita non he ha (considerando soprattutto le condizioni di forma di Porte…) per i suoi compagni di squadra al Team Sunweb, come l’olandese Dumoulin.
Tutte le classiche del periodo (da non dimenticare i successi del tedesco Ackermann alla Brussels Classic e del belga Naesen al GP du Ouest, altra gara del World Tour) si sono risolte in volata accrescendo il rimpianto per l’assenza di Viviani (comunque vincitore di due tappe alla Vuelta) e Trentin, dirottati verso la Spagna dove gli arrivi allo sprint sono ridotti al lumicino.