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A RUSSI SFIORANO IL RITORNO DEL TRICOLORE
di Gabriele Gentili
Con le sue 43 edizioni alle spalle, la Maratona del Lamone di Russi è una delle decane del calendario italiano. Era il 1976 quando la gara ravennate prese forma, a quel tempo il fenomeno della maratona iniziava a prendere piede anche da noi. La maratona di Russi scelse subito una veste improntata più verso la corsa amatoriale, ma questo non ha impedito che nel corso degli anni si presentassero al via anche atleti di spicco del panorama nazionale e non solo, tanto è vero che una vittoria italiana nella classica maschile è atteso dal 2003, anno della vittoria di Giorgio Calcaterra quando ancora il tassista romano non si dedicava alle ultramaratone.

La lunga parentesi sembrava potesse essere chiusa quest’anno, gli organizzatori e i tanti appassionati ci hanno sperato per almeno due terzi di gara facendo il tifo per Mohamed Hajjy, marocchino da anni trapiantato in Italia, naturalizzato da due anni e già vincitore a Russi nel 2014 e 2016, ma per i colori del suo vecchio Paese. Hajjy (Pol.Castenaso Celtic Druid) nulla ha potuto contro il ritorno del suo ex connazionale Youness Zitouni (Pod.Il Laghetto) (all'arrivo nella foto della homepage) che al 32° km procedeva al sorpasso andando a fare il bis dopo la vittoria dello scorso anno, chiudendo in 2h19’43” con un progresso di 38” rispetto al 2018. Per Hajjy un secondo posto dal sapore un po’ amaro in 2h21’30”, terza piazza per il campione italiano della 100 Km, Matteo Lucchese (Atl.Avis Castel San Pietro) che ha chiuso in 2h28’05” in piena spinta, rimontando nella parte finale del tracciato il giovane burundiano Celestin Nihorimbere (Atl.Brugnera Friulintagli) all’esordio in maratona e che ha pagato il prezzo dell’inesperienza finendo la benzina in anticipo, tanto da finire quinto in 2h30’55”, superato anche da Giuseppe Del Priore (Women in Run/2h28’48”).

Molto bella la prova femminile, rimasta incerta sino alle battute finali e caratterizzata dalla lotta a tre fra Giulia Montagnin (Atl.Saluzzo), Gloria Giudici (Free-Zone) e Denise Tappatà (Sef Stamura Ancona) che le ha viste viaggiare per buona parte della gara con a tiro il primato della corsa, appartenente dal lontano 1997 a Maria Curatolo in 2h41’45”. Alla fine l’ha spuntata la Montagnin, specialista della corsa in montagna, che in 2h45’46” ha stabilito la seconda prestazione di sempre, precedendo la Giudici di 41” e la Tappatà, plurimedagliata internazionale fra i master, di 6 minuti netti.

Tantissime le prove a contorno della maratona, ma quest’anno ha assunto una particolare connotazione il Cinquemila di Russi, dopo che la Iaaf ha reso ufficiale anche la distanza dei 5 km su strada con un proliferare di eventi su questo chilometraggio. A Russi anche in questo caso avevano prevenuto gli eventi, tanto che il Cinquemila era alla sua 26esima edizione, la prima però a registrare un vincitore straniero, l’etiope 22enne Dereje Megersa (Atl.Saluzzo) che in 15’32” ha prevalso per 5” su Emanuele Generali (Atl.Castenaso Celtic Druid), mentre fra le donne ha prevalso Caterina Mangolini (Atl.Delta Ferrarese) in 18’27”. Tornando alla maratona, con 639 arrivati la prova romagnola si conferma un caposaldo del calendario nazionale, pur inserita in un periodo molto ricco di eventi sui 42,195 km, solamente una settimana dopo i grandi appuntamenti di Milano e Roma, ma a Russi sanno di avere ormai una clientela affezionata.
Credito foto: Organizzatori
Credito foto homepage: Organizzatori
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