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TUSCANY CROSSING, QUANTE POLEMICHE
di Gabriele Gentili
Il Tuscany Crossing, uno dei primi ultratrail della stagione italiana, che richiama ogni anno concorrenti da oltre 25 Paesi, ha avuto quest’anno un prologo spiacevole che rappresenta bene l’atmosfera che stiamo vivendo e che si riversa anche sullo sport all’aria aperta. Va premesso che parliamo di una gara alla settima edizione, articolata su percorsi di 100 miglia, 103 km, 50 km e quello da 15 km per i neofiti. Gestire un simile numero di tracciati, oltretutto così lunghi, comporta gravi responsabilità e difficoltà, ma lo staff organizzativo è avvezzo e lavora a questo evento tutto l’anno. Già una settimana prima della gara, le segnalazioni vengono poste sul tracciato, sia per essere sicuri che tutto sia ben posizionato e non ci sia rischio di sbagliare (prescindendo dalla presenza già assicurata dei volontari) sia per permettere a chi vuole provare almeno parte del percorso di farlo. Questo però ha scatenato un’aspra polemica sul territorio, acuita dal fatto che il prossimo mese nei comuni di San Quirico d’Orcia e Castiglione d’Orcia si effettueranno le elezioni comunali. Alcuni candidati quindi si sono apertamente schierati contro la manifestazione, chiedendo che le segnalazioni venissero rimosse e posizionate solo nell’immediata vigilia della gara, altri candidati invece hanno difeso a spada tratta l’operato degli organizzatori, che d’altronde avevano garantito come sempre non solo la loro rimozione a fine gara, ma anche la ripulitura di tutto il percorso. Alla fine tutto è rientrato, ma non è stato certamente il prologo migliore, soprattutto evidenziando come siano ancora molti che sono pronti a sfruttare anche lo sport all’aria aperta per strumentali fini politici.

La gara principale, quella più lunga su 160 km per 4,.950 metri (le classiche 100 miglia, una distanza che ormai non è più patrimonio solamente dei Paesi anglosassoni) ha visto emergere uno dei maggiori specialisti non solo italiani su queste distanze, l’altoatesino Alexander Rabensteiner (Team Hoka Skinfit) (all'arrivo sotto nella foto) che riducendo le soste al minimo ha chiuso in 18h51’39”, tempo straordinario considerando che ha inflitto 1h39’34” al secondo, Roberto Martini (Asd No Limits) mentre il terzo gradino del podio è andato a Iacopo Salacrist (2002 Marathon Club). Ingresso nella Top 10 assoluta anche per la prima donna, Giulia Magnesa (Atl.Casone Noceto) che in 23h43’41” ha preceduto Benedetta Grisone (Novara che Corre/31h09’44”) e Agostina Zambelli (Runners Bergamo/33h08’28”).

Nella 100 km (per la precisione 103 km per 3.300 metri) balza agli onori della cronaca la britannica Sarah Morwood (Mudcrew), molto apprezzata oltreManica, capace di raggiungere addirittura la terza piazza assoluta in 10h59’43” con 19’58” sulla connazionale Alyssa Clark, sesta assoluta, più lontana Murela Hilaj, a 1h51’10”. Meglio della Moorwwod hanno fatto solamente Ippolito Dominoni (Runners Bergamo/10h40’16”) e Francesco De Riz (Cantina da Payer/10h55’43”), terzo uomo Pietro Ferrarini (Vengo Lì Parma/11h02’03”). Nella 50 km per 1.400 metri primo Daniele Donna (Atl.Franciacorta) in 4h13’26” davanti a due toscani, Lorenzo Naldi (Il Ponte Scandicci) staccato di 2’34” e Enrico Bartolini (Toscana Atl.Empoli) a 16’59”. In campo femminile successo per Caterina Corti (TRM Team) in 5h05’10” con 20’35” su Sara Stella (United Trail & Running) e 30’50” su Veronica Ricci (Sienarunners). Da notare che fra le varie prove lunghe sono stati 536 i concorrenti che sono arrivati al traguardo, a conferma che, pur in un weekend ricco di concomitanze nel trail, il Tuscany Crossing è ormai un appuntamento di spicco a livello internazionale.
Credito foto: Organizzatori
Credito foto homepage: Organizzatori
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