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MOVISTAR, UNA SQUADRA TUTTA IBERICA
di CicloZeman
Attenti alla Movistar. Lo diciamo subito, in maniera chiara, perché la squadra iberica ha tutte le carte in regola per recitare un ruolo primario nel 2018. I responsabili hanno fatto alcune scelte molto importanti per "ricostruire" un team che pur vincendo molto nel 2017, aveva mostrato un po’ la corda complice la pessima annata di Nairo Quintana, lo scalatore colombiano partito per l’ambiziosa doppietta Giro-Tour ma ritrovatosi alla fine con un pugno di mosche in mano. Il primo imperativo dei tecnici è stato quello di andare controcorrente: in un movimento ciclistico sempre più multinazionale e multilingue, dove ogni team è un agglomerato di corridori di nazionalità diverse, la Movistar ha fortemente incrementato la sua componente latina, divenendo un team quasi completamente ispanico. Una scelta voluta, per dare una forte identità al team che deve tradursi in uno spirito di squadra utile nelle grandi corse a tappe, obiettivo primario della stagione. Eccezione alla regola è la presenza di Daniele Bennati, corridore che dall’alto della sua esperienza è visto nel team come un riferimento, oltre che per le sue doti veloci con le quali può sempre prendersi qualche bella soddisfazione.

Proprio a quest’ultimo proposito, la squadra iberica si è rafforzata con un big del settore, quel Mikel Landa uscito fortemente caricato dal 2017 dove solo la concorrenza di Chris Froome alla Sky, con conseguenti obblighi di gregariato, lo hanno privato di un più che meritato podio al Tour, oltretutto dopo un Giro d’Italia vissuto da protagonista a dispetto di una rovinosa caduta nelle fasi iniziali che l’avevano di fatto estromesso dalla classifica. Landa è maturo per competere per la vittoria in un grande Giro e costituisce una più che valida alternativa a Quintana, da parte sua chiamato al riscatto tant'è che ha già annunciato di puntare tutto sul Tour.

Resta da dire di Alejandro Valverde, il “deus ex machina” della Movistar che resta pur sempre il numero 1 del ranking mondiale. In quella che potrebbe essere la sua ultima stagione, il campionissimo delle classiche di un giorno, oltre a pensare a un altro copioso raccolto nelle Classiche del Nord, ha nel mirino il Mondiale di Innsbruck per cogliere quella vittoria che gli è sempre sfuggita e che rappresenterebbe la degna chiusura di una carriera straordinaria, a dispetto dei tanti sospetti e chiacchiere che l’hanno accompagnata. Molti dicono che il percorso austriaco è troppo duro per le sue caratteristiche ma Valverde, anche se nei tapponi alpini dei grandi Giri ha sempre sofferto, nelle classiche ha dimostrato di poter tenere il passo dei più grandi scalatori con disinvoltura e resta pur sempre uno dei fari illuminanti di una gara fuori dagli schemi come può essere quella iridata. 
Credito foto: http://www.movistarteam.com/
Credito foto homepage: http://www.movistarteam.com/
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