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CHE COSA C'È DIETRO KERSCHBAUMER?
di Gabriele Gentili
Non è tutt’oro quel che luccica. In un Mondiale di grande livello, dove finalmente si è anche assistito a un ricambio generazionale soprattutto a livello femminile, l’Italia torna a casa con due risultati importantissimi soprattutto in ottica futura, con un Kerschbaumer arrivato alla sua maturazione dopo anni di difficoltà seguenti alla sua esplosione giovanile e una Tovo che approda al bronzo U23 coronando una stagione sorprendente sin dall’inizio e divenendo elemento di punta di una generazione che fa davvero ben sperare, se si avrà la pazienza ma soprattutto l’accortezza di accompagnare queste ragazze al passaggio di categoria senza disperderle come troppo spesso è successo in passato (ultimo talento perduto quello della Rabensteiner, che ha deciso di appendere la bici al chiodo).

Il materiale c’è, ora facciamo attenzione a non dormire sugli allori. La squadra maschile ha molte punte, con i fratelli Braidot sempre competitivi e in attesa di qualche sussulto da parte del mai domo Fontana, intanto però due talenti cristallini come Bertolini e Colledani hanno attraversato la loro prima stagione fra gli Elite con buoni risultati, certo non bisogna fermarsi qui e il prossimo anno sarà per loro fondamentale. Fra le donne la situazione è molto più difficile: le ragazze (la Tovo, ma anche Berta, Teocchi, Marchet, Seiwald) sono ottimi prospetti che dovranno colmare un buco evidente fra le Elite, dove abbiamo solo la Lechner che mostra ormai i segni dell’usura ed è decisamente più orientata verso il ciclocross, dove ha ancora cartucce da sparare.

A livello giovanile la situazione più difficile è sicuramente nel settore maschile: i Mondiali di Lenzerheide hanno confermato come il livello italiano sia piuttosto lontano dai vertici. Se fra gli Junior il migliore è stato Simone Avondetto giunto ottavo (ed atteso con curiosità alla prossima esperienza alle Olimpiadi giovanili di Buenos Aires), fra gli Under 23, in quella che è stata forse la gara più divertente dell’intera rassegna mondiale, siamo stati solo comprimari e dispiace che un valido atleta come Alessandro Naspi abbia deciso, finito il Mondiale, di chiudere non solo la stagione ma l’intera carriera. Un segnale che purtroppo si ripete sovente nella Mtb italiana e che dovrebbe far riflettere. Per questo non dobbiamo esagerare nel festeggiare il bilancio azzurro: il futuro prossimo può essere roseo, ma bisogna non avere fretta.
GLI AZZURRI A LENZERHEIDE:

XC:
Uomini
Elite: 2 Gerhard Kerschbaumer, 9 Daniele Braidot, 12 Luca Braidot, 28 Gioele Bertolini, 34 Andrea Tiberi, 54 Nadir Colledani, 55 Marco Aurelio Fontana
U23: 36 Juri Zanotti, 45 Alessio Agostinelli, 51 Alessandro Saravalle, 59 Alessandro Naspi
Junior: 8 Simone Avondetto, 15 Andreas Emanuele Vittone, 47 Zaccaria Toccoli, rit. Filippo Fontana

Donne
Elite: 25 Eva Lechner
U23: 3 Marika Tovo (a dx sopra nella foto), 14 Chiara Teocchi, 15 Martina Berta, 16 Giorgia Marchet
Junior: 11 Giada Specia
 
Team Relay: 4 Italia

DOWNHILL:
Uomini
Elite: 34 Johannes Von Klebelsberg, 50 Loris Revelli, 52 Francesco Colombo
Junior: 6 Giacomo Masiero (nella foto della homepage), 23 Hannes Alber, 35 Stefano Introzzi
 
Donne
Elite: 17 Eleonora Farina, 20 Veronika Widmann
Credito foto: mtbcult.it

Credito foto homepage: www.facebook.com/Downhillpictures/?tn-str=k*F

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