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KERSCHBAUMER, UN ARGENTO CHE VALE ORO
di Gabriele Gentili
Ha un sapore dolcissimo, l’argento iridato di Gerhard Kerschbaumer. E’ la consacrazione di un campione assoluto della mountain bike internazionale, che nel 2018 ha trovato la costanza di rendimento divenendo la prima grande alternativa a Nino Schurter, lo svizzero che vince tutto e che ormai da un quadriennio intero non lascia agli altri che le briciole. Ma soprattutto l’argento di Lenzerheide è per l’altoatesino una dolce promessa in chiave olimpica, perché un Kerschbaumer così fa sognare e lo stesso Schurter (sul podio nella homepage e sotto in salto nella foto) ha ammesso che batterlo è sempre più difficile.
 
La prova iridata in casa del campionissimo elvetico è uno specchio fedele delle attuali gerarchie della Mtb internazionale: a tenere testa al sette volte campione del mondo c’è solo Kerschi, che dopo il primo giro a tutta dell’elvetico, mentre l’azzurro era nel primo gruppo inseguitore, ha salutato la compagnia andandolo a prendere e facendo scendere un lungo brivido sulla schiena dei tantissimi tifosi elvetici. Kerschbaumer (sotto davanti nella foto e nella homepage a sx sul podio)  si è messo a tirare e ha provato anche a staccare l’avversario, non si accontentava e intanto teneva sotto controllo lo scatenato Mathieu Van Der Poel, olandese partito un po’ in sordina ma poi autore di una rimonta sontuosa nella parte centrale della gara. La soluzione è arrivata alla fine del penultimo giro, quando Schurter dall’alto della sua esperienza non ha aspettato le fasi finali ma ha cambiato marcia mentre Kerschbaumer iniziava ad avere i primi segnali di fatica. Schurter ha vinto con soli 11” sull’azzurro mentre Van Der Poel, ormai capace di andare su un podio indifferentemente fra Mtb, ciclocross e strada, ha chiuso a 1’14”. Kerschi, come sempre di poche parole, ha però lanciato subito la sua sfida proiettata verso Tokyo 2020: “Nino non è eterno e io sono lì che aspetto…”.
Il Mondiale di Lenzerheide è stato nel complesso positivo per la squadra azzurra, perché al di là dell’argento di Kerschbaumer sono piaciuti molto anche i gemelli Braidot, con Daniele che ha centrato la Top 10 con una prova in rimonta e Luca che per metà gara ha lottato pensando al podio prima di calare per problemi meccanici fino al 12° posto. Un consuntivo che conferma l’Italia tra le massime potenze mondiali, pienamente in grado di centrare il massimo delle quote disponibili per le Olimpiadi, tre posti mentre fra le donne dovremo faticare per averne una.
 
La gara femminile di Lenzerheide ha confermato come per Eva Lechner, almeno nella Mtb, sia iniziata la parabola discendente. Se la prova maschile ha legittimato le gerarchie esistenti, quella femminile è stata ricca di sorprese, con la debacle totale di Jolanda Neff, che davanti al pubblico amico ancora una volta ha confermato di soffrire le prove titolate. L’oro è andato alla 23enne americana Kate Courtney, considerata non più di un’outsider alla vigilia, davanti alla danese Annika Langvad che sognava l’ennesimo centro della sua esaltante carriera e alla canadese Emily Batty, tutte protagoniste di una gara dall’esito incerto fino alla fine. Tornando all’Italia, c’è da guardare con grande soddisfazione al bronzo di Marika Tovo fra le Under 23, in una prova monopolizzata dalle elvetiche ma dove la favoritissima Sina Frei si è dovuta inchinare ad Alessandra Keller, con l’azzurra a 18” dall’argento. Vorremmo nel nostro piccolo darle un consiglio: considerando che è ancora al primo anno nella categoria, il prossimo potrebbe continuare a dedicarlo alla Coppa del Mondo U23, mentre nell’anno olimpico sarebbe utile anticipare il salto di categoria per acquisire esperienze, utili magari per rappresentare l’Italia a Tokyo, in questo momento è la nostra più valida carta da giocare. Nel frattempo continua a crescere in maniera dirompente l’austriaca Laura Stigger, dominatrice della gara junior con oltre 3 minuti su tutte le avversarie: da come cresce, potrebbe essere la Schurter del futuro.
 
TUTTI I PODI MONDIALI :
 
CROSS COUNTRY
UOMINI
Elite: 1 Nino Schurter (SUI) 1h29’21”, 2 Gerhard Kerschbaumer (ITA) a 11”, 3 Mathieu Van der Poel (NED) a 1’14”
U23: 1 Alan Hatherly (RSA) 1h21’22”, 2 Christopher Blevins (USA) a 27”, 3 David Nordemann (NED) a 1’05”
Junior: 1 Alexandre Balmer (SUI) 1h13’45”, 2 Leon Reinhard Kaiser (GER) a 2”, 3 Mathis Azzaro (FRA) a 1’13”
 
DONNE
Elite: 1 Kate Courtney (USA) 1h34’55”, 2 Annika Langvad (DEN) a 47”, 3 Emily Batty (CAN) a 1’58”
U23: 1 Alessandra Keller (SUI) 1h22’53”, 2 Sina Frei (SUI) a 1’22”, 3 Marika Tovo (ITA) a 1’40”
Junior: 1 Laura Stigger (AUT) 1h09’46”, 2 Tereza Saskova (CZE) a 3’03”, 3 Harriet Harnden (GBR) a 3’37”
 
TEAM RELAY: 1 Svizzera 1h0’00”, 2 Germania a 13”, 3 Danimarca a 34”
 
DOWNHILL
UOMINI
Elite: 1 Loic Bruni (FRA) 2’55”114, 2 Martin Maes (BEL) a 0”213, 3 Danny Hart (GBR) a 0”305
Junior: 1 Kade Edwards (GBR) 3’03”225, 2 Kye A’Hern (AUS) a 4”410, 3 Elliot Jamieson (CAN) a 5”438
 
DONNE
Elite: 1 Rachel Atherton (GBR) 3’15”738, 2 Tahnee Seagrave (GBR) a 9”983, 3 Myriam Nicole (FRA) a 10”676
Junior: 1 Valentina Holl (AUT) 3’39”726, 2 Anna Newirk (USA) a 10”881, 3 Mille Johnset (NOR) a 16”694
Credito foto: scott-sports.com

Credito foto homepage: scott-sports.com

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