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GIRO UNDER 23 DAL SAPORE COLOMBIANO
di CicloZeman
Il Giro d’Italia Under 23 ha cambiato pelle rispetto alla fine del secolo scorso: per le sue strade sono passati grandi campioni del pedale, basti fare due nomi, Marco Pantani e Gilberto Simoni vincitori prima fra i pari età e poi a livello assoluto. Il Giro Baby, come viene affettuosamente chiamato nell’ambiente, è una vera e propria palestra per i più giovani, per scoprire quelli che hanno le migliori caratteristiche per emergere nelle grandi corse a tappe perché questo è un talento che spesso emerge molto presto e che deve essere affinato.

Dicevamo però che nel tempo la gara è cambiata perché è cambiata la categoria: prima correvano i dilettanti, coloro che sognavano l’approdo nel ciclismo che conta, ora gareggiano quelli che fra i professionisti spesso già ci corrono, ma che militano in formazioni non del World Tour, in squadre-palestre per i giovani. Ciò non toglie però nulla alle finalità della corsa, che d’altronde ha uno sviluppo di una decina di giorni, sono ben poche le corse a tappe extra grandi Giri che hanno una lunghezza simile.

L’edizione di quest’anno finora ha visto emergere gli stranieri, in particolare i colombiani, scuola di scalatori che non smette mai di produrre talenti. Nella quarta tappa, quella del temutissimo Passo Maniva, Daniel Munoz e Alejandro Onorio (all'arrivo nella foto della homepage) hanno compiuto un’autentica impresa, andando a riprendere uno a uno una decina di fuggitivi per arrivare in parata con lo svizzero Gino Mader terzo a 5”. Primo degli italiani Samuele Zoccarato, settimo a 17”. In classifica al comando è Osorio a pari merito con l’austriaco Markus Wildauer, per trovare il primo nostrano si scende al sesto posto con Alessandro Covi a 20”, ma anche se lo sviluppo del Giro è ancora lungo e articolato (si concluderà domenica) colpisce il fatto che sia l’unico italiano fra i primi 15, confermando di fatto una certa difficoltà del nostro movimento a trovare interpreti validi per le corse a tappe.

Considerando che meno della metà del Giro è andata in archivio, va però detto che non tutto è da buttare: l’Italia ha trovato la vittoria nella prima tappa con Edoardo Affini (sotto nella foto), primo nel cronoprologo confermando le sue ottime qualità nelle corse contro il tempo, mentre nella seconda frazione è emersa imperiosa la volata di Giovanni Lonardi. Chi finora ha un po’ marcato visita è il corridore italiano più atteso, quel Matteo Moschetti collezionatore di successi soprattutto nella primissima parte di stagione anche al cospetto di qualche “mammasantissima” e sul quale si fa molto affidamento per rimpolpare il panorama di talenti per le classiche d’un giorno. Tempo comunque per rifarsi ce n’è.
Credito foto: https://www.facebook.com/edoardo.affini

Credito foto homepage: https://www.facebook.com/giroditaliau23/

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