Stagione particolare, quella che si sta per aprire per il cross country di Mtb. Rispetto alla normale tempistica molto cambia, con la Coppa del Mondo che anticipa a inizio marzo per portare tutti i big nel lontano Sud Africa (con molti che poi rimarranno per prendere parte alla Cape Epic, la più prestigiosa delle corse a tappe) e con gli Europei inseriti nella nuova manifestazione multisportiva che in agosto fra Berlino e Glasgow metterà a confronto le scuole del Vecchio Continente in una decina scarsa di discipline sportive, una sorta di anticipo olimpico per misurare lo stato di salute dello sport nazionale, ed è chiaro che in questo contesto la rassegna continentale delle ruote grasse, spesso disertata da molti campioni (Schurter in primis) acquista un rilievo del tutto nuovo.
Anche la stagione italiana si adegua, e concentra nella sua prima parte quasi tutti i suoi impegni. Il principale circuito, gli Internazionali d’Italia, ha avuto una gestazione complicata, effetto delle difficoltà nella ricerca di sponsor a conferma che i momenti difficili non sono per niente passati. Alla fine però quattro tappe sono state messe in piedi con qualche novità, con l’approdo in Abruzzo che potrebbe rappresentare un’importante spinta per il movimento del Centro-Sud poco abituato a vedere al via i campioni esteri.
Un dato che va sottolineato è la grande quantità di prove per i più giovani, che svolgono un’attività più frenetica di quella degli Elite (che però devono confrontarsi anche con le prove estere). E’ la testimonianza che in ambito giovanile si sta lavorando bene già da qualche stagione e l’approdo della rassegna continentale a Pila, dopo una permanenza lunga quasi un decennio in Austria, è un premio all’attività dei tecnici di società che stanno crescendo anno dopo anno validi specialisti. Lo abbiamo detto più volte: la difficoltà italiana nella Mtb è tutta nel tradurre il talento e i risultati messi in mostra fra le categorie giovanili anche a maturazione avvenuta e in questo senso la stagione che sta per iniziare, dove si comincia a sentire profumo olimpico (bisognerà lavorare sul ranking per puntare al massimo di quote olimpiche per Tokyo 2020) ha una grandissima importanza. Segnali buoni ci sono, il ciclocross restituisce alla Mtb un Gioele Bertolini pronto per il salto di categoria e un’Eva Lechner finalmente rincuorata. Il resto sono tutte pagine bianche in attesa di essere scritte.