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BMC, BASTA SCHERZARE
di CicloZeman
E’ un anno fondamentale per il team Bmc, infatti il 2018 è chiamato a dare quelle risposte che la stagione trascorsa non ha fornito. I risultati sono sì arrivati, ma non pari alle aspettative e soprattutto all’impegno di un’azienda che ha investito tantissimo nell’attività agonistica a supporto del suo mercato e che è una delle poche che influisce sull’agonismo a 360°, lavorando tanto su strada che nell’offroad. Ma se in quest’ultimo settore c’è stato un passo indietro, testimoniato dall’addio del pluriolimpionico Julien Absalon, su strada le ambizioni sono intatte se non addirittura rilanciate.

La punta della formazione resta l’australiano Richie Porte. Si diceva che il 2017 doveva essere il suo anno, quello nel quale avrebbe dimostrato di poter competere non solo per le piccole corse a tappe dove forse è da considerare il miglior specialista mondiale, ma anche per i grandi Giri. Una dose non indifferente di sfortuna ha impedito di avere una risposta esaustiva, quindi tutto è rinviato alla nuova stagione, nella quale Porte parte con rinnovate ambizioni per il Tour e forse non solo. Al suo fianco intanto arriva il connazionale Simon Gerrans, che con l’età ha acquisito la sapienza necessaria per gestire la pressione nell’arco delle tre settimane e potrebbe essere per Porte quel sostegno che finora gli è mancato.
 
La seconda punta è naturalmente Greg Van Avermaet, che fra i cacciatori di classiche è sicuramente quello più duttile, capace di emergere come ha sempre fatto nelle prove del Nord (Fiandre e Roubaix con altre gare annesse) ma di sapersela più che cavare anche nelle altre. Il titolo olimpico, in una gara che sulla carta era tutto meno che adatta alle sue caratteristiche, è lì a dimostrarlo. Con lui tanti corridori che possono cogliere successi parziali anche importanti, da Rohan Dennis che grazie alle sue capacità a cronometro è ideale per le brevi corse a tappe e irrinunciabile nei grandi Giri con cronosquadre, a Dylan Teuns, corridore che nel 2017 è stato fra coloro che hanno compiuto il miglior salto di qualità, senza dimenticare Nicolas Roche e Tejay Van Garderen che forse dovrebbero limitare le proprie ambizioni a sostegno dei capitani nelle corse a tappe, dove potrebbero essere un’arma in più sulle grandi salite.
La Bmc nel 2018 avrà ancora al suo interno una forte componente italiana. Si va da Damiano Caruso, che siamo convinti essere ancora corridore in grado di ben figurare nei grandi Giri a patto di sapersi gestire ed evitare battute a vuoto, ad Alessandro De Marchi (sopra nella foto), gregario più che prezioso. Poi arriva Alberto Bettiol, ciclista ancora tutto da scoprire ma che può dare molto alla causa non solo della Bmc, ma di tutto il ciclismo tricolore.
Credito foto: http://www.cyclingnews.com
Credito foto homepage: http://www.cyclingnews.com
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