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GIRO ROSA, IL CAPOLAVORO DELLA VAN VLEUTEN
di CicloZeman
Era chiaro sin dalla sua presentazione che il Giro d’Italia femminile avrebbe prodotto le sue grandi emozioni nella sua seconda parte, di fatto sconfessando tutto quello che si era visto nella prima. Avevamo lasciato la corsa rosa con il dominio sul virtuale podio del Team Sunweb ma con la Mitchelton Scott in agguato e puntualmente la classifica è stata ridisegnata soprattutto per merito della 35enne Annemiek Van Vleuten (all'arrivo nella foto della homepage), giunta a cogliere uno dei principali obiettivi della sua seconda carriera. Una carriera che ha per spartiacque le Olimpiadi di Rio 2016: prima di allora l’olandese era una raffinata cacciatrice di classiche, considerata però una passista pura in difficoltà sulle salite. Quella gara brasiliana, la Van Vleuten la stava dominando ma proprio come avvenne per il nostro Vincenzo Nibali, quando sembrava lanciata verso la medaglia d’oro, una caduta la tolse di mezzo. Quell’immensa delusione le diede però la consapevolezza di poter fare la differenza anche in salita e al Giro il suo strapotere è stato assoluto.

Nella seconda parte del Giro, la Van Vleuten non ha lasciato nulla alle avversarie, aggiudicandosi prima la cronoscalata di Lanzada salendo in cima alla classifica, poi dando a tutte una lezione sulla temutissima scalata dello Zoncolan e infine, ciliegina sulla torta, aggiudicandosi anche la frazione conclusiva di Cividale del Friuli. In classifica un baratro l’ha divisa dalle avversarie, con 4’12” sulla sudafricana Ashleigh Moolman-Pasio (Cervelo-Bigla) e addirittura 6’30” sulla compagna di colori, l’australiana Amanda Spratt. La Sunweb è affondata e il quarto posto dell’olandese Lucinda Brand a 7’36” accresce la delusione per un Giro che sembrava essersi messo nella maniera migliore.

Capitolo italiane: il bilancio a prima vista è magrissimo, nessuna vittoria di tappa come non avveniva dal 2012 e appena il 10° posto in classifica per Elisa Longo Borghini (Wiggle Highs) andata avanti a corrente troppo alternata per costituire un fattore. Ancora una volta i segnali migliori sono arrivati da Sofia Bertizzolo (Astana) (sotto nella foto) a 21 anni laureatasi maglia bianca della corsa a conferma del suo grande talento che va coltivato piano piano, in un mondo dove si matura solamente a trent’anni (il podio finale è tutto di ultratrentenni). Ora ripartono le classiche, ma la grande attesa è per gli Europei di Glasgow dove le azzurre cercheranno una difficile rivincita contro lo squadrone olandese dalle mille punte.
Credito foto: www.cyclingnews.com
Credito foto homepage: www.cyclingnews.com
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