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UN MONDIALE ALL'INSEGNA DEI CROSSISTI
di Gabriele Gentili
Il Mondiale Marathon, coincidente con il we della 3Epic di Auronzo di Cadore, è stato sicuramente uno dei migliori della storia della manifestazione. La scelta di posizionarlo in calendario a solo una settimana dal Mondiale di cross country e a una distanza geografica relativa, essendo quest’ultimo in Svizzera, ha sicuramente giovato all’evento al quale hanno preso parte molti reduci di Lenzerheide che alla resa dei conti hanno avuto ragione degli specialisti puri, anche se va sottolineato il fatto che la danese Annika Langvad fa parte di quella ristretta cerchia di biker capaci di eccellere indipendentemente dalla specialità, tanto è vero che quello di Auronzo di Cadore è il quinto titolo mondiale Marathon che la scandinava della Specialized porta a casa. Un concetto valido anche per il brasiliano Henrique Avancini (all'arrivo sotto nella foto e al centro sul podio nella homepage), grande sorpresa del Mondiale RMX, che pure ha gareggiato alla Cape Epic ed è in procinto di affrontare la Brasil Ride col compagno di colori alla Cannondale, il tedesco Manuel Fumic.
Alla vigilia si parlava del percorso del Mondiale come del “mostro”, con i suoi 102 km per 4.200 metri di dislivello. La gara si è confermata durissima, ma proprio per questo ha avuto un’evoluzione abbastanza lineare, nella quale la prima parte, ritenuta unanimemente la più dura, è vissuta su schermaglie che poco hanno influito sull’esito della corsa, ben diversamente dalla scalata al Rifugio Auronzo a 2.314 metri quando passavano in testa il colombiano Paez e l’austriaco Geismayr, due habitués del podio iridato e poco distanze Avancini. Era l’azione decisiva! Dietro il campione europeo Medvedev (RUS), Hynek (CZE) e gli azzurri Porro e Ragnoli provavano a più riprese a ricucire lo strappo, ma senza riuscirci mentre andava progressivamente spegnendosi il giovane americano Grotts, protagonista delle prime fasi. I tre hanno provato la soluzione di forza, fino a ritrovarsi nelle fasi finali a doversi giovare il titolo in volata e lì il brasiliano ha sfruttato la sua maggiore dimestichezza conquistando l’oro in 5h08’29” con 2” su Geismayr e 8” su Paez. Un deluso Samuele Porro chiudeva quinto a 1’43”, battuto in volata dallo svizzero Mathias Fluckiger, mentre Ragnoli chiudeva nono a 5’59”.

Nella gara femminile la superiorità della Langvad era ben più evidente. Ancora con il dente avvelenato per l’argento iridato di Lenzerheide dietro la rivelazione americana Courtney (in gara anche ad Auronzo di Cadore e alla fine nona senza particolari squilli, ma in una gara evidentemente non sua) la danese ha preso il largo già nelle prime battute, vanamente inseguita dalla specialista austriaca Christina Kollmann, alla fine seconda a 5’19” mentre la norvegese Gunn-Rita Dahle Flesjaa, terza nella prima parte doveva presto cedere al ritorno della polacca Maja Wloszczowska, bronzo a 12’13 dalla prima e riusciva a difendere la quarta piazza a 17’18” per soli 7” dal ritorno dell’azzurra Mara Fumagalli, confermatasi una delle maggiori specialiste internazionali. E’ chiaro che, giocando in casa, ci si aspettava qualcosa in più dalla pattuglia azzurra, soprattutto al maschile, ma la presenza dei reduci di Lenzerheide ha scompaginato ogni gerarchia preesistente e soprattutto ha impedito di mettere in pratica qualche tattica utile a lanciare le punte nella seconda parte di gara. Il Mondiale premia comunque un podio più che degno e a una gara iridata non si può chiedere di più.
Credito foto: Michele_Mondini_per_Northwave_vitesseonline

Credito foto homepage: Michele_Mondini_per_Northwave_vitesseonline

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