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C' È CLACSON E CLACSON
di Stefano Conca
Quando ancora non pedalavo e non ne avevo la benché minima intenzione, prestavo poca attenzione alla fauna stradale. Per l'automobilista medio, la strada é stata concepita per i motori, se su 4 ruote, anche meglio. Non ricordo particolari episodi di isteria nei confronti di cicli e motocicli ma , pur essedo un mite, un pó di fastidio l'ho avvertito anch'io. Talvolta mentre pedaliamo in gruppo non é raro assistere a scambi tutt'altro che eleganti tra ciclisti e automobilisti. Di solito la dinamica é la seguente: mentre il gruppo procede in fila per 2, il rumore del vento e il "frullio" delle ruote a profilo più alto, vengono bruscamente interrotti da una "clacsonata" che può essere isolata e breve, oppure ripetuta ed insistente.
- Un singolo colpetto di clacson é un avvertimento. Il significato é chiaro ed inequivocabilmente compreso dalla maggior parte dei ciclisti come una cortesia.
- Un singolo, ma prolungato, colpo di clacson é invece l'inizio di una contestazione. Puó essere seguito da un'accellerata stizzosa dell'auto, oppure da un passaggio lento ed interlocutorio. La prima provoca nel gruppo una reazione decisa ma tuttavia ancora ordinata, la seconda puó innescare una discussione piú o meno articolata, per lo piú mancante di preposizioni ma con soggetti, complementi e verbi.
- La clacsonata prolungata e ripetuta é invece una DICHIARAZIONE DI GUERRA!! Il soggetto automunito si affianca alla coda del gruppo e pur avendo a disposizione lo spazio sufficiente per passare, si lancia in una performance di strombazzate dal suono isterico. Tutti cominciano ad urlare, e le parole sono cosí fitte e veloci da sembrare raffiche di mitra.

Ma i clacson e gli anatemi, per quanto deprecabili, si spengono quasi subito, e vengono archiviati in pochi minuti in una fiammata del gruppo. Ció che invece considero altamente pericolosa, é una quarta categoria di intolleranti del ciclismo su strada, che non usa ne parole ne clacson, ma che sfreccia a velocità elevata senza rispettare la distanza di sicurezza dal ciclista. Lo spostamento d'aria improvviso e il successivo risucchio, sono cosí intensi da provocare lo sbandamento delle bici e la relativa caduta. Purtroppo questo tipo di incidente non é poi cosí raro, e qualche volta addirittura fatale. Per contro, noi ciclisti non siamo certo dei santi, spesso infrangiamo le regole e ricerchiamo scorciatoie nella viabilità. Ma per comprendere certi comportamenti bisogna aver pedalato almeno una volta nella vita e aver saggiato la fatica, la strada e lo sfinimento. Non passa giorno che non scoppi una polemica sui social network o sulle pagine dei giornali locali, per un gruppo di ciclisti che invade parte di una carreggiata intralciando il traffico e costringendo le auto a dover rallentare. Il sentimento di odio di una buona parte degli automobilisti nei confronti dei ciclo-amatori aumenta esponenzialmente, ed io: automobilista, motociclista, ciclista e pedone, sento di dovermi schierare dalla parte dei pedali. La verità é che il mondo va troppo veloce, ma chi ha il coraggio di stare su una bici a lottare contro il vento, lo percepisce meglio di chiunque altro.
Credito foto: Archivio Sport Service
Credito foto homepage: Archivio Sport Service
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