Email not displaying correctly? View it in your browser
RITORNA ALLA NEWSLETTER
CHI FERMERÀ PIÙ LA SKY?
di CicloZeman
Squadra per squadra, ecco com’è andato il Tour de France edizione 2018, tra chi torna a casa con il paniere pieno e chi deve ripensare alle proprie strategie di mercato proiettandosi già verso la prossima stagione.
TEAM SKY: 10 (nella foto della homepage)
Il dominio del team britannico è assoluto, hanno gestito il Tour da padroni nel senso più pieno della parola. Thomas è l’uomo della transizione fra il campione di oggi Froome e quello di domani Bernal. Il rischio è che la dittatura perduri per molto tempo.
 
TEAM EF EDUCATION FIRST DRAPAC: 4
La squadra era anche ben formata e promettente, ma Uran è andato in crisi fin dall’inizio ritirandosi nella 12esima tappa e gli altri non hanno neanche provato a mettersi in evidenza, salvo l’esperto francese Rolland.
 
AG2R LA MONDIALE: 6
Una sufficienza molto stiracchiata, merito più di Roger Latour miglior giovane che di un Bardet apparso la pallida copia del campione dello scorso anno. Deludente anche Dillier che poteva essere elemento di rottura.
 
TEAM SUNWEB: 7,5
La crescita rispetto allo scorso anno, palesata già al Giro, si è confermata in Francia dove il supporto a Dumoulin c’è stato. Serve però qualche nome di peso per le grandi salite, per dare più supporto all’olandese.
 
TEAM FORTUNEO SAMSIC: 4
La squadra tutta francese alle dipendenze di Warren Barguil ha ottenuto molto poco. Il capitano non ha ripetuto lo strepitoso Tour dello scorso anno, gli altri hanno fatto solo comparsa, senza neanche fare molto nelle prime fasi delle tappe.
 
BAHRAIN MERIDA: 7
Il bottino vuoto non deve trarre in inganno, la squadra era pronta a sostenere un Nibali che sembrava in grado di puntare al podio. Senza lo Squalo, si è pensato alla classifica a squadre, chiusa al secondo posto. Gli uomini erano quelli giusti.
 
MITCHELTON SCOTT: 4
Per come era costruita, la squadra doveva ottenere molto di più Adam Yates non ha mai dato l’impressione di poter incidere, anche Nieve era piaciuto molto di più al Giro. Benino il sudafricano Impey, già in evidenza a inizio stagione.
 
MOVISTAR: 4
La grande delusione del Tour, prigioniera della sua paura di scegliere chi comanda. Quintana si è confermato inadatto per la classifica, ma almeno torna a casa con un successo di tappa. Valverde ha corso da regista, Landa non aveva nelle gambe le sparate dello scorso anno.
 
BMC: 6,5
Ancora una volta Richie Porte perde il treno per la gloria, ritirandosi per una delle tante cadute che hanno costellato la sua carriera. Il team però ha fatto il suo: Van Avermaet ha vestito la maglia gialla, Caruso si è ben difeso finendo nella Top 20. Male Van Garderen, ma non è una novità...
 
UAE TEAM EMIRATES: 7
Daniel Martin è stato uno degli uomini che più ci è piaciuto, sempre pronto a lottare per scalare la classifica. Avrebbe meritato la Top 5. Buoni segnali anche da Durasek, scalatore di vaglia, Kristoff ha raddrizzato con la vittoria finale di Parigi un Tour deludente.
 
QUICK STEP FLOORS: 8
E’ veramente un team eccezionale, che sa emergere in ogni situazione. Giusta la gestione di Alaphilippe, che torna a casa con due vittorie di tappa e la classifica del GPM, se avesse pensato alla classifica avrebbe ottenuto molto meno. Bene anche Gaviria finché è rimasto in gara.
 
BORA HANSGROHE: 8
Altro team in bella evidenza non solo per le vittorie dell’iridato Sagan (attenti a dare lo slovacco per battuto al Mondiale…). Majka ha provato più volte a centrare la vittoria di tappa in salita, forse dovrebbe specializzarsi nelle prove a tappe medio-brevi dove potrebbe vincere a ripetizione.
 
ASTANA PRO TEAM: 7
Male il capitano Fuglsang, ma la squadra kazaka porta a casa due vittorie di tappa con Fraile e Cort Nielsen, mentre Kangert ha fatto il suo in salita. Il bilancio è più che positivo e lascia sempre più aperta la porta ai rimpianti per la scelta di Aru di lasciare la squadra.
 
TEAM DIMENSION DATA: 5
Non c’erano ambizioni di classifica, ma il bilancio resta negativo per quello che si è visto nelle tappe meno impegnative. Boasson Hagen non ha fatto quasi nulla, un po’ più pimpante Pauwels finché è rimasto. Due corridori fuori tempo massimo all’11esima tappa: IL Tour del team è finito lì.
 
KATUSHA ALPECIN: 6
La sufficienza del team è tutta da ascrivere a Zakarin, che seppur mancando la rincorsa al podio assoluto è stato protagonista rimediando alle sventure della prima settimana. Male la porzione tedesca della squadra, con Kittel e Martin troppo presto fuori gioco.
 
GROUPAMA FDJ: 7
Considerata tra le squadre più deboli della contesa, quella francese porta a casa una vittoria con il redivivo Démare e buone prestazioni complessive, tra cui si è distinto anche il nostro Jacopo Guarnieri. Il ruolo di guastatori è stato svolto con giudizio.
 
TEAM LOTTO NL JUMBO: 8 
Un bilancio sontuoso quello del team olandese che senza il podio sfuggito a Roglic nella penultima tappa poteva sfiorare anche quello della Sky. Tre le vittorie di tappa a cui aggiungere la splendida condotta complessiva di Kruijswik, campione ritrovato.
 
LOTTO SOUDAL: 4
Qualcuno si è accorto della loro presenza? L’uscita di scena alla quinta tappa di Benoot ha tolto di scena l’elemento di punta per le fughe, Greipel è mancato negli sprint fino al ritiro nella 12esima tappa, il resto è stato puro trasferimento verso Parigi.
 
DIRECT ENERGIE: 5,5
Era un’altra delle squadre chiamate a smuovere le fasi iniziali delle tappe e nella prima parte del Tour, con l’anziano Chavanel e Taaramae, l’hanno fatto egregiamente, poi il Tour è diventato troppo duro per le forze a disposizione.
 
TREK SEGAFREDO: 6,5
La vittoria di Degenkolb nella tappa di Roubaix è il fiore all’occhiello di un buon Tour, dove Mollema ha tentato fino all’ultimo di mettere il suo marchio su una tappa e magari centrare la Top 10. È piaciuto anche Stuyven, meno brillante invece l’atteso Bernard.
 
COFIDIS SOLUTIONS CREDITS: 4
Considerando l’illustre passato della squadra francese, vedere il comportamento complessivo del team fa male, visto che non c’è stato alcun acuto, neanche nelle tappe più adatte e meno influenti sull’evoluzione finale. Serve una ristrutturazione completa.
 
WANTY GROUPE GOBERT: 6
Una vera sorpresa, ancorché passata sotto silenzio, ma Guillaume Martin ha centrato una Top 20 insperata andando molto bene anche sulle salite più dure ed è piaciuto anche il nostro Andrea Pasqualon, attivo nella costruzione di fughe d’inizio tappa.
Credito foto: bettiniphoto_per_vitesseoline
Credito foto homepage: http://www.cyclingnews.com/
Sport Service S.r.l. Milano, Via Smareglia Antonio, 7