Gaze ma anche Cooper (insieme nella foto della homepage), i nuovi all blacks della Mtb hanno fatto faville nella loro prima parte di stagione, mostrandosi come la prima alternativa al campionissimo elvetico. Una coppia per nulla alleata, fra i due non corre buonissimo sangue e questo si traduce in furore agonistico in gara che li porta a emergere, spesso in alternativa l’uno all’altro. Se i due neozelandesi sono promossi, la situazione per i francesi è più complessa: l’addio inopinato di Absalon (promosso a prescindere in base alla sua carriera…) ha lasciato un vuoto forte. Tempier e in misura minore Marotte hanno tenuto botta, i giovani invece finora si sono squagliati al sole con risultati non all’altezza del loro grande talento.
Fra gli altri chi è emerso maggiormente è Mathieu Van Der Poel, l’olandese campione del ciclocross che dopo il passaggio alla Canyon mostra di credere sempre più alle sue possibilità anche nella Mtb. In alcuni frangenti anzi è sembrato la vera alternativa a Schurter, capace di seguire i suoi scatti indiavolati e di provare anche a staccarlo.
In chiave italiana la situazione è molto nebulosa: qualche segnale di ripresa è arrivato da Fontana, apparso più a suo agio sullo Short Track e in questo modo in grado di sfruttare griglie favorevoli alla partenza. In chiaroscuro i gemelli Braidot, mentre Kerschbaumer ha sofferto come sempre i sintomi dell’allergia mostrando segni di ripresa solo a giugno, che si spera si tradurranno in risultati in Coppa e nelle gare titolate. Molto ci si attendeva dalle nuove leve Bertolini e Colledani e a conti fatti è stato più il primo, seppur reduce dalle fatiche del ciclocross, a convincere maggiormente mostrando di avere già assimilato il passaggio di categoria mentre il nuovo alfiere della Bianchi Countervail ha più l’aspetto dello studente attento a imparare il più possibile in vista degli esami.