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ANCHE L'ITALIA VARA LA SUA "STAGE RACE"
di Gabriele Gentili
Questa è la settimana dell’Absa Cape Epic, gara a tappe sudafricana che sta alla Mtb quanto il Tour de France al ciclismo su strada. Nel corso degli anni la manifestazione che si corre nell’estremo Sud è diventata un grande evento mediatico del terzo millennio, tanto è vero che è possibile seguire l’evento in streaming proprio perché gli organizzatori hanno scelto una forma di comunicazione più immediata nella cessione dei diritti Tv. L’importanza della Cape Epic è tale che al suo via ci sono davvero tutti i grandi, sia delle Marathon che del cross country per un confronto che non ha eguali nel resto della stagione. Da qualche anno anche gli italiani si presentano in forze alla corsa, soprattutto gli specialisti delle Marathon, consci che una settimana abbondante di tappe di oltre 100 km nel deserto africano è una forma di allenamento che darà grandi frutti.

La prossima settimana daremo un resoconto completo dell’evento, intanto c’è da registrare come Nino Schurter, che aveva conquistato la vittoria finale lo scorso anno insieme all’altro elvetico Matthias Stirnemann (dando così il via alla sua fantastica stagione contraddistinta dall’en plein di Coppa del Mondo e dal titolo iridato) sia stato costretto al ritiro già dopo la prima tappa per una grave intossicazione occorsa proprio a Stirnemann.

La Cape Epic è la punta dell’iceberg del movimento Mtb che da qualche anno ha fortemente rivalutato le prove a tappe: basti pensare che prima della prova sudafricana si sono già disputate dall’inizio dell’anno ben 8 corse, di tre giorni o più, con molti campioni emersi, come l’emergente svizzero Lars Forster vincitore dell’Afxentia a Cipro o il francese Jordan Sarrou primo alla Mediterranean Epic. La crescita di questo tipo di eventi è data sia dalla grande utilità nella costruzione della miglior forma in vista degli eventi principali della stagione, Marathon o XC che siano, sia dall’opportunità di abbinare la parte agonistica anche ad aspetti inediti per una gara di Mtb, come la possibilità di conoscere località diverse (cosa impossibile normalmente per chi gareggia in eventi singoli, con trasferte quasi “a scappar via”) o vivere il pre e post gara in un’atmosfera quasi familiare, confrontandosi giorno dopo giorno.
Foto: Manuel Fumic (a sx) ed Henrique Avancini (a dx) in azione alla Absa Cape Epic
L’Italia da questo punto di vista sta provando ad accorciare le distanze: è vero che la tradizione di prove come il Rally di Romagna o l’Iron Bike piemontese è fortemente radicata, ma si tratta di prove dalle caratteristiche un po’ diverse, più specialistiche. I più anziani ricordano ancora l’Italian Cup, evento federale che aveva spesso il ruolo di preparazione per i Mondiali o le Olimpiadi, ma con la sua scomparsa si era creato un vuoto. Un vuoto che si spera di colmare con la Garda Lake Mountain Bike Race, che vedrà il suo battesimo a Manerba del Garda (BS) dal 6 all’8 aprile, prevedendo di seguito uno Short Track al venerdì, un XC olimpico al sabato e la Granfondo alla domenica. Un esperimento da seguire con molto interesse.
Credito foto: vitesseonline.it
Credito foto homepage: cape-epic.com
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