Anche se il progetto di uniformare il mondo ciclistico femminile a quello maschile, con la costituzione di un gruppo di squadre da World Tour e le altre di categoria inferiore, è ancora sulla carta, nel 2019 si preannunciano alcuni team decisamente superiori agli altri, che hanno di fatto già attuato quello che l'Uci ancora mantiene aleatorio. In un'ipotetica classifica, che le corse andranno poi a confutare, in prima fila c'è sicuramente la Boels Dolmans, la formazione olandese che già forte della campionessa mondiale di casa Van Der Breggen e della sua connazionale Blaak, della danese Dideriksen, della lussemburghese Majerus e di un nugolo di ottime aiutanti è andata a inserire la belga D'Hoore, arricchendo così le sue chance nelle classiche, potendo così partire con ambizioni su qualsiasi terreno di gara. Oltretutto la D'Hoore è stata tolta alle rivali della Mitchelton Scott, che continuano a puntare sull'olandese Van Vleuten dominatrice del Giro d'Italia e sulla sudafricana Spratt, in primo piano per tutto l'arco della stagione. Chi si mantiene a livelli altissimi è il Team Sunweb, che inserisce nel suo roster la norvegese Andersen in un gruppo già forte, con l'americana Rivera e l'olandese Brand attualmente protagonista nel ciclocross.
Ci sono poi le nuove realtà, come la Trek che ha costituito un gruppo fortissimo con le azzurre Longo Borghini e Paternoster (nella foto della homepage), la finlandese Lepisto, la tedesca Worrack e il nuovo acquisto, la svizzera ex iridata di Mtb Neff, senza dimenticare l'ennesima campionessa olandese Van Dijk. Anche la WNT Rotor si candida a un ruolo di primo piano con l'olandese Wild, la tedesca Brennauer, la spagnola Santesteban e l'azzurra Magnaldi. Questi i team di primissima fascia, ma la distribuzione di campionesse (forse anche maggiore che fra i maschi) farà sì che nel calendario del Women World Tour ci sarà battaglia dalla prima all'ultima prova e chissà che tanta concorrenza non vada a scalfire quel dominio olandese che ha contraddistinto il 2018.