Email not displaying correctly? View it in your browser
RITORNA ALLA NEWSLETTER
YATES È FATTA? FORSE NO...
di CicloZeman
Alla vigilia delle ultime tappe di montagna, quelle alpine del Piemonte dove le forti pendenze sono in grado di mandare in crisi chiunque, il Giro d’Italia ha una fisionomia ben definita, ma mantiene la porta aperta alle sorprese. Il favorito numero 1 per la vittoria è sicuramente il britannico Simon Yates (9 finora il suo voto) (sotto nella foto) che sta reinventando il modo di correre un grande Giro vestendo la maglia di leader. Yates si difende attaccando e i fatti gli stanno dando ragione. A Sappada ha dato una botta importante in una giornata che poteva essere molto difficile per i postumi della salita dello Zoncolan del giorno prima, invece il corridore della Mitchelton Scott ha messo altro fieno in cascina che poi gli è servito nella cronometro di Rovereto, dove sapeva di perdere dagli specialisti ma ha saputo contenere il distacco mantenendo poco meno di un minuto di vantaggio. Una distanza da Dumoulin che dovrebbe metterlo al sicuro, molto dipenderà però dalla sua riserva di energie, intaccata pesantemente nel corso delle tre settimane.
Quanto a Dumoulin (7,5) il giro dell’olandese è stato finora all’insegna del “vorrei ma non posso”: avrebbe il ritmo per fare la differenza nelle salite, la squadra lo sta supportando molto di più che lo scorso anno, eppure sembra soffrire soprattutto psicologicamente la baldanza di Yates. A cronometro ha preso molto ma troppo era il ritardo accumulato e questo lo costringe a cercare alleanze, magari con Froome (6,5). Strano Giro quello del pigliatutto britannico: moribondo la prima settimana, nella temutissima tappa dello Zoncolan ha compiuto un capolavoro, la sua sfida a 10 metri di distanza con Yates è una pagina che resterà indelebile nella storia contemporanea di questo sport. Sembrava rilanciato in chiave rosa, invece a Sappada è tornato il timido interprete delle prime tappe. Nella cronometro ha guadagnato molto, ma non era il Froome debordante del Tour. Il campione del Team Sky sembra ancora in grado di scalare il podio, ma per vincere ha bisogno di qualche clamorosa concomitanza.

Chi sta piacendo molto è Domenico Pozzovivo (8,5) pienamente in corsa per il terzo posto. Probabilmente non è mai andato così forte, anche se non sembra avere quell’ultimo scatto in salita in grado di portarlo al traguardo da solo. Sta correndo con molto giudizio e questo gli va dato atto, tenendo alto il vessillo tricolore in un’edizione del Giro che sta confermando tutte le difficoltà del movimento azzurro, assolutamente privo di ricambi, con un Formolo (6) appena sufficiente, Aru (5) che a dispetto dell’ottima cronometro è stato la pallida ombra di se stesso (ma se sta davvero male perché tirare avanti sacrificando così anche il resto della stagione?), gli altri che, a parte Viviani (8), non si sono visti.

Altri movimenti stanno decisamente meglio di noi, ad esempio la Colombia che intorno al talento di Bernal sta costruendo una generazione superiore a quella dell’indimenticato Herrera. Al Giro Miguel Angel Lopez (7) sta realizzando una corsa fatta di sostanza anche se priva di acuti, ma considerando anche che la corsa rosa viene dopo una primavera molto impegnativa, si capisce come l’Astana abbia deciso di investire su di lui per il dopo-Aru. Piace sempre più l’ecuadoriano Carapaz (7,5) il cui ingresso nella Top 10 rappresenterebbe la ciliegina sulla torta, mentre sotto la soglia della sufficienza è il Giro di Thibaut Pinot (5) partito con ben altre aspettative e che ora distanza dal podio oltre un minuto. Servirebbe un’azione in salita, servirebbe soprattutto uno squillo di fantasia come quelli di Yates per sovvertire l’andamento della corsa, che sembra ormai incanalata ma che è pronta a ribaltare tutto.
Credito foto: http://www.lapresse.it/

Credito foto homepage: vitesseonline_per_gardatrentino

Sport Service S.r.l. Milano, Via Smareglia Antonio, 7