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CICLOCROSS, SI PUNTA SULLE DONNE
di Gabriele Gentili
Il cammino di avvicinamento ai Mondiali di Valkenburg (NED) in programma nel primo weekend di febbraio passa per la Coppa del Mondo, che fra Nommay (FRA) domenica scorsa e la tappa finale del prossimo weekend a Hoogenheide (NED) chiuderà i battenti, ma alcune considerazioni in ottica rassegna iridata possono già essere fatte e la prima riguarda la spedizione italiana, che vivrà tutte le sue aspettative sulle gare femminili. La tappa francese lo ha confermato, anche se non sono arrivati podi c’è stata la conferma che il movimento femminile azzurro è vivo e vitale e soprattutto competitivo ad alti livelli più di quello maschile, un fattore che vediamo ripetersi ormai in tante specialità sportive.

La gara transalpina ha visto le azzurre protagoniste con Alice Maria Arzuffi che ha chiuso sesta a 1’42” dalla vincitrice, l’americana Katherine Compton (sotto nella foto) confermatasi estremamente competitiva in una giornata dove mancava l’iridata Sanne Cant, la belga già sicura vincitrice del trofeo di cristallo. All’Arzuffi la soddisfazione di essere giunta davanti ad Eva Lechner, prendendosi così una platonica rivincita dell’ultima rassegna tricolore, ma l’altoatesina gioisce per la terza piazza in classifica di Coppa difesa con successo, anche se decisiva sarà la tappa finale di Hoogenheide. Per la vittoria, detto della Compton, seconda piazza della sua connazionale Kaitlin Keough a 55” e terza per la ritrovata francese Pauline Ferrand Prevot a 1’20”, cliente molto ostico per i Mondiali. E sempre in ottica Valkenburg ha sottolineata anche la prova di Francesca Baroni, sesta fra le Under 23 e finita abbondantemente davanti alla campionessa europea Chiara Teocchi, che non vorremmo scontasse un calo di forma come spesso le capita a fine gennaio.
La gara maschile come scontato è vissuta sull’ennesimo capitolo della sfida fra l’olandese Mathieu Van Der Poel e il belga Wout Van Aert: oltre 2 minuti il vantaggio sugli altri, il che la dice lunga della superiorità quasi imbarazzante dei due. L’olandese ha conquistato il successo con 33” sull’iridato uscente mettendo il sigillo sulla conquista del trofeo assoluto e proseguendo in quella caccia al Grande Slam che sancirebbe la sua immortalità sportiva. Fra gli “umani” il migliore è stato il belga Toon Aerts, molto lontano Gioele Bertolini, migliore degli italiani, 24° a 6’44”.

Un’altra considerazione in ottica Mondiali riguarda la gara junior, dove si è imposto l’olandese Mees Hendricks con 2” sul belga Ryan Cortjens e 26” sul ceko Tomas Kopecky. La stagione aveva visto le due grandi scuole atlantiche, belga e olandese soffrire tantissimo nella categoria più giovane il che faceva sperare in un rimescolamento delle carte da anni atteso in un mondo, quello sui prati, che è eccessivamente schiacciato dalla superiorità dei due Paesi, ma la sensazione è che con l’avvicinarsi della gara più attesa le gerarchie stiano tornando quelle solite. In casa italiana mancava Filippo Fontana a causa di un attacco influenzale, il migliore è stato Federico Ceolin, 21° a 3’42”. Fra gli Under 23 prima posizione per il belga Thijs Aerts con 3” sul francese Yan Gras, sorpresa di giornata e 17” sull’altro transalpino Joshua Dubau. Buona prova per Jakob Dorigoni, 12° a 2’05” dopo aver viaggiato a lungo intorno alla quinta piazza.
Credito foto: www.shimano.com/en - www.cyclingnews.com
Credito foto homepage: www.cyclingnews.com
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