Sulla Cote de Saint Nicolas Jungels aveva una cinquantina di secondi di margine. Le rampe della salita lo hanno mandato in leggera crisi, ma dietro Alaphilippe ha svolto egregiamente il lavoro di stopper, bloccando prima Wellens e poi Haig e aggiungendo credito alla sua rinnovata figura di uomo-faro per un certo tipo di corse. Jungels ha scollinato con una ventina di secondi, ma nella parte finale, più adatta a un passista, è tornato a guadagnare, chiudendo con 37” sul canadese Michael Woods (Education First) e il francese Romain Bardet (AG2R La Mondiale) che hanno anticipato i pochi rimasti di una corsa confermatasi estremamente dura.
Un vincitore, tanti gli sconfitti. Fra questi non Alaphilippe, ma certamente Alejandro Valverde, solo 13° in una gara che non l’ha mai visto protagonista. Sconfitto anche Vincenzo Nibali, la cui squadra aveva lavorato benissimo fino alla Cote de Saint Nicolas dove al siciliano sono però mancate le gambe, in maniera inopinata visto il suo avvicinamento alla Liegi, tanto da vederlo arrivare a oltre 3 minuti dal vincitore. Che la sua squadra abbia lavorato bene è dato anche dai piazzamenti di Enrico Gasparotto e Davide Formolo, rispettivamente 6° e 7° e la prova di questi rappresenta uno dei pochi sorrisi per il ciclismo italiano nella Campagna del Nord.
La Liegi chiude la stagione delle grandi classiche e chiama il movimento a un cambio, lasciando ora spazio agli specialisti dei grandi Giri. Il Romandia, in programma questa settimana, sarà l’antipasto a un Giro d’Italia quanto mai atteso e incerto, a dispetto della presenza di un corridore, Chris Froome, che a prescindere da tutto è abituato a catalizzare l’attenzione quando si presenta al via per una corsa di tre settimane consecutive.