Alla Freccia Vallone ha atteso l’ultimo passaggio sul Muro di Huy staccando di un paio di secondi la sempre più convincente sudafricana Ashleigh Moolman Pasio (Cervélo-Bigla) e la statunitense Megan Guarnier che ha svolto egregiamente il compito di spalla dell’olandese nella Boels Dolmans. Quarta l’altra olandese Annemiek Van Vleuten della Mitchelton Scott. Non è un caso se questo stesso poker di cicliste abbia caratterizzato anche la Liegi-Bastogne-Liegi sulla Cote de la Roche aux Fauçons quando sono andate a prendere la fuggitiva, l’ex iridata francese Pauline Ferrand Prevot (Canyon Sram). La Van den Breggen ha compreso come la situazione fosse ancora incerta e fluida e quindi ha scelto insieme alla Guarnier di non dare seguito all’azione: ben diverso il comportamento quando, riprese dalle inseguitrici, è partita come una schioppettata l’australiana Amanda Spratt (Mitchelton Scott) a 18 km dal traguardo. Visto che nessuna prendeva l’iniziativa la Van Der Breggen si è lanciata da sola all’inseguimento, riprendendo l’avversaria e piantandola nell’ultimo km per andare a vincere in solitudine conm 6” sulla Spratt e 58” sulla Van Vleuten.
Capitolo italiane: a prima vista si sarebbe portati a dire che la Campagna del Nord è stata un fallimento, ma non è propriamente così perché sono arrivati segnali importanti da atlete giovani, quei segnali di cui il movimento ha tanto bisogno. Ecco così che alla Freccia Vallone si è messa in luce Sofia Bertizzolo (Astana) ottava a 22” ma soprattutto prima fra le Under 23. Alla Liegi, dove la punta azzurra Elisa Longo Borghini (11esima alla Freccia) si era ritirata per problemi fisici già dopo una cinquantina di km, la migliore è stata Rossella Ratto (Cylance Pro Cycling), decima a 1’13”. E’ chiaro che dalle ragazze italiane ci si può attendere molto di più, staremo a vedere se la fase delle brevi corse a tappe del World Tour e del successivo Giro d’Italia segnerà un cambio di passo.