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L'ITALIA E LA CARTA A SORPRESA
di CicloZeman
Che Italia si presenta al tavolo iridato di Innsbruck? Sicuramente una squadra molto diversa da quella che si prospettava a inizio anno, se non nei nomi quantomeno nelle prospettive del team, che poteva essere la squadra leader con Nibali ed Aru ma che, per cause di forza maggiore, non parte con i favori del pronostico. Nibali aveva atteso per anni questo appuntamento, sicuro di potersi giocare le sue carte come aveva fatto due anni fa alle Olimpiadi di Rio, quando solo una rovinosa caduta in discesa lo privò di una medaglia molto probabilmente del metallo più pregiato. Un’altra caduta, questa volta al Tour de France e con una causa esterna, ha scombussolato tutti i piani, costringendo lo Squalo a un vero inseguimento verso la miglior forma, che giocoforza non è arrivata né poteva arrivare in tempo vista l’entità del danno riportato oltralpe. Nibali resta il riferimento azzurro e gli si chiede ancora una volta di supplire con la fantasia in base a quello che le gambe potranno dargli.
 
Aru era la sua alternativa, ma il sardo non è mai riuscito nel corso di tutta la stagione ad essere convincente: deludente al Giro, si sperava che la Vuelta ci restituisse un corridore in forma, invece anche la corsa spagnola è stata un calvario. Aru, corridore dalla grandissima professionalità, si è tirato indietro conscio di non poter essere utile alla causa, ma questo complica ulteriormente i piani di Cassani.
E allora? Allora il Ct potrebbe aver trovato una soluzione alternativa in Gianni Moscon (sopra nella foto). Corridore tanto brillante quanto fuori dagli schemi, anche caratterialmente, da tempo è atteso all’acuto in una classica, acuto che finora non è mai arrivato, ma dalla sua c’è intanto il ricordo dell’esperienza iridata dello scorso anno quando fu l’unico a seguire l’iniziativa di Alaphilippe che stava per far saltare il banco, inoltre nelle ultime uscite in terra italiana (Moscon non ha preso parte alla Vuelta) ha mostrato una forma strepitosa. I tanti km di salita potrebbero risultargli indigesti, ma una corsa strutturata in un certo modo, tenendolo più coperto nella prima parte e in marcatura di qualche big (vedi lo stesso Alaphilippe) nella seconda, potrebbe anche proiettarlo verso un risultato storico.

Il resto della squadra è stato costruito con gente esperta che ha dalla sua la resistenza alla lunga distanza e l’assuefazione ai tanti km di salita da affrontare. Quello di Innsbruck sarà un Mondiale a eliminazione, da costruire giro dopo giro e che si risolverà solo nelle battute conclusive. Anche se la truppa di Cassani non parte favorita e se il Mondiale ormai da troppi anni respinge le ambizioni tricolori, c’è spazio per sperare, anche se la fortuna avrà quel giorno un ruolo di primissimo piano.
Credito foto: it.eurosport.com
Credito foto homepage: www.federciclismo.it
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