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LETTERA "M"
di Enrico Monti
Macumba: danza rituale pre agonistica simile alla haka neozelandese. Toccante la partecipazione in alcuni casi anche da parte dei massaggiatori con pomate, olio a dirotto e lunghi spilloni sui tubolari dei concorrenti vicini. La macumba è assolutamente indispensabile ove il/i corridore/i in oggetto siano nettamente sfavoriti dal pronostico. Con l’utilizzo di olio capsico sul … la danza prende ancor più vigore.
Maglia: qui ti volevo. Fino a dieci anni fa acquistare una maglia da ciclismo era facile, guardavi la forma e il colore e era fatta. Ora no! Servono altri dati imprescindibili: i gradi a cui corri al terzo decimale, la percentuale media quadratica di umidità, la fase solare per la protezione dai raggi gamma, a che meridiano sei per deviare il calore nelle ore centrali; e poi non parliamo di taglie, ogni marca fa la sua scala così che ti trovi con delle M che si infilano nelle dita e delle M che fanno anche da pantacalza invernale. Altro grosso guaio è come le lavi: più semplice lavare un capo in merinos che una maglietta tecnica, magari con la busta dei Sali di magnesio o di tantalio così una volta indossata puoi anche fare da condensatore se ti acchiappa un fulmine. Ahimé, scegliere una maglia a cuor leggero è utopico, per fortuna ci sono le squadre amatoriali che fanno molto prima, rispondendo ad un solo quesito: quanto costano?
 
Manual: figura acrobatica nella MTB in cui l’atleta si arrota su se stesso e si pianta come una trivella.
 
Manicotto: in frenata di emergenza dicasi mani-cotto la parte sottostante del palmo utilizzato come freno sull’asfalto drenante di ultima generazione. Se la frenata è a sobbalzo il manicotto potrebbe essere al sangue.
 
Massaggiatori: non ci sono descrizioni condivise a riguardo. E’ comunque un vocabolo fumoso e ambiguo, una categoria in cui ricadono i più disparati soggetti che praticano questa “arte”. Sovente un bravo massaggiatore lo si misura dai litri di lacrime versate dal soggetto in trattamento. Alcuni ti piantano prima di tutto un bastone tra i denti per non coprire la musichetta rilassante in sottofondo. Le sedute dal massaggiatore hanno durata variabile, dipende se devono smontare completamente i flessori oppure limitarsi al cambio liquidi nei bicipite femorale. I più bravi riescono anche a ruotare i muscoli del collo di 330° per eliminare quel fastidio continuo in posizione aereodinamica. I corridori di prima fascia il loro massaggiatore se lo portano dietro tutta la vita, anche perché hanno prigionieri nella loro borsa diversi metri di pelle messi da parte per le emergenze.
 
Meccanico: professione estinta alcuni anni or sono. Oggi non ci sono più meccanici oggi ci sono:
 
• esperti assemblatori: prendono su internet dove costa meno e poi mettono insieme verniciando e piastrellando con deco e adesivi.
 
• scienziati del ciclo: qui anche solo sostituire una camera d’aria o un palmer ci portano all’infarto, se per disgrazia vuoi la release più recente di un gruppo passa pure al Banco dei pegni con il rene in un barattolo di formalina.
 
• meccapignoli: hanno già partecipato ad ogni corso possibile e immaginabile di tutte le marche esistenti, lavorano in camice bianco e occhiali da chirurgo, prendi appuntamento con la segretaria e dopo la visita pre operatoria accettano la tua bici da riparare previo salato acconto.
 
• commesso da boutique del ciclo: qui non c’è scelta, c’è solo una marca (ovviamente la sola possibile da vendere perché la migliore!!) per ogni tipologia di cose, se ti piaceva un casco visto da un amico scordatelo, non va bene, devi prendere la sua scodella rovesciata da crono anche solo per la ciclosagra della bistecca.
 
• ex atleti: la razza più pericolosa, rischi di trovarti i NAS o il NOE ogni volta che vai nello scaffale degli integratori. Qualcuno dà anche consigli e tabelle che portano all’inedia animali di 120 kg in due settimane.
 
Moltiplica: fattore che contribuisce a dare risalto alla prestazione atletica; si suddivide in “moltiplica grande” da 50 a 55 denti, anche 56 in caso di crono super piatte; “moltiplica piccola” invece si connota per la presenza di denti in numero da 34 a 39. C’è poi la moltiplica a 4 zampe motrici, ancor meglio se maremmana o mastina, che applicata direttamente ai polpacci provoca veri e propri miracoli sportivi anche su mezzi veramente obsoleti. La “tripla” che andava di moda qualche tempo fa (circa fino ai 40 anni…) dopo una certa età fatica a dar sfogo anche a una semplice “doppia” rifugiandosi in una poco onorevole “singola” mensile nei super gentlemen. Ma la bici fa bene e toglie certi pensieri e allontana gli sforzi pericolosi.
 
Movimento centrale: è un pericolosissimo movimento (detto anche peristaltico) che al nono ciucciotto preso nella speranza di non perdere l’ennesimo gruppetto durante la nostra mediocre prestazione, si manifesta con fischi acuti e traversoni di pancia che hanno logica conseguenza (se preso in tempo) la fermata rapida in do cojo cojo; in caso di tracciato agreste tutto bene, in caso di gara in circuito cittadino diffidate dalle cabine del telefono e dalle fermate del bus perché certamente il vostro lato migliore sarà in men che non si dica su You tube con la scritta: “Tutti uguali i ciclisti…” Beh, tutti tutti, proprio no, diciamo che in questi casi il risultato magari si assomiglia, variando in dimensione ed effetti collaterali.
 
Mozzo: nel gergo navale dicasi mozzo l’ultimo arrivato spesso adibito a incombenze non tanto simpatiche (specie quando ci si associa una botte forata). Nel gergo ciclistico invece è bello parlare di mozzi perché ne esiste una varietà incredibile, nelle squadre Pro tour almeno 3 mozzi a stagione danno il collo a forza di portare taniche di Sali e sbadilate di barrette e banane. In genere questa tipologia di inserviente o atleta (ogni squadra in corsa ha uno o più mozzi in bici) arriva con tante prospettive e dopo un paio di anni si ritrova con l’idropulitrice in mano a fine gara dopo aver tirato 70 km, sfamato la squadra, dissetato tutti tranne se stessi e cambiato ruote per nove biciclette, al prezzo di un operaio non specializzato.
 
MTB: abbrev. in dialetto romano, “..mò te busso!..” Come pratica sportiva consiste invece nel procurarsi traumi e lesioni possibilmente corpose in modo da avere aneddoti, dinamiche e ricoveri in codice rosso da raccontare. E’ un po’ come essere dei reduci dal Vietnam, un biker senza cicatrici non è un biker!
Credito foto: https://www.mondofox.it/
Credito foto homepage: Archivio Sport Service
Sport Service S.r.l. Milano, Via Smareglia Antonio, 7