Email not displaying correctly? View it in your browser
RITORNA ALLA NEWSLETTER
SAGAN, UN MESSAGGIO PER IL FIANDRE
di CicloZeman
Anche se i grandi appuntamenti devono ancora arrivare, la Gand-Wevelgem, prima prova della Campagna del Nord, ha già detto molto. Innanzitutto che il campione del mondo Peter Sagan (nella foto della homepage) ha impiegato ben poco per smaltire la delusione dell’ennesima Sanremo sfuggitagli e su un percorso che gli si attaglia come un vestito su misura ha colto la sua terza affermazione, dopo quelle del 2013 e 2016, ripresentando vittoriosa al traguardo la maglia iridata il che è sempre una notizia, considerando come negli ultimi anni il peso del simbolo abbia spesso portato i suoi detentori a vivere stagioni da incubo. Sagan ha gestito la corsa, che ha decisamente cambiato pelle rispetto al secolo scorso quand’era una vera rivincita della Classicissima adattandosi più di oggi ai velocisti, nella maniera tattica migliore, controllando la fuga iniziale, spaccando il gruppo sul temibile Kemmelberg e soprattutto lanciando la volata da lontano profittando delle schermaglie tra i velocisti puri. Elia Viviani infatti ha perso il momento buono per seguirlo rimanendo un po’ “schiacciato” da Demare, ha saltato il francese, ma per riprendere Sagan era troppo tardi.

La seconda posizione dell’olimpionico, reduce dalla vittoria di La Panne, l’ha vissuta con grande delusione, battendo il pugno sul manubrio e lasciandosi andare a un pianto dirotto, ma il suo risultato non è da buttare, come neanche il 7° posto di Trentin, perché sono l’ennesima conferma che l’Italia è tornata a recitare un ruolo importante nelle classiche, colmando un vuoto che pesava enormemente, anche se obiettivamente mancano specialisti come Bettini e Bartoli che sapevano interpretare ruoli diversi a seconda delle caratteristiche della corsa. Ha impressionato Filippo Ganna (sotto nella foto), il campione del mondo dell’inseguimento che ha animato tutta la prima parte di gara e che alla Parigi-Roubaix potrebbe anche scompaginare le carte.
Il World Tour ha vissuto una settimana densissima, perché tre giorni prima della Gand-Wevelgem si è corsa la Record Bank E3 di Harelbeke, una delle nuove classiche volute dall’Uci. Qui è arrivato il colpo di mano dell’olandese Niki Terpstra, che a 34 anni sta vivendo uno dei momenti più belli della sua carriera. A 20” ha chiuso il compagno di colori alla Quick Step Floors Philippe Gilbert, un vero cacciatore di classiche che si sta riciclando come “regista in corsa”: ad Harelbeke ha protetto la fuga del compagno di colori, a Wevelgem si è sacrificato per proteggere Viviani. Terzo Greg Van Avermaet, l’olimpionico della Bmc che affila le armi per il Giro delle Fiandre dove è pronto a sfidare Sagan in un confronto che si preannuncia già epico, con tanti che possono inserirsi (anche Nibali?).

Chi invece lavora per la Settimana delle Ardenne ha scelto il Giro di Catalogna, composto da 7 tappe e anche questo facente parte del World Tour. La prova iberica ha confermato il grande stato di forma di Alejandro Valverde, pronto a conquistare nuovi allori in Belgio ma che intanto ha portato a casa l’importante corsa spagnola confermandosi un grande interprete delle corse a tappe medio-piccole. Valverde ha chiuso con 29” sul compagno di colori alla Movistar Nairo Quintana, il colombiano finalmente sulla via della ripresa dopo un 2017 fallimentare, terzo la sorpresa francese dell’AG2R Pierre Roger Latour a 47”. Tra i protagonisti anche il britannico della Mitchelton Scott Simon Yates, vincitore in solitario dell’ultima tappa e che ha chiuso la corsa ai piedi del podio. L’albionico continua nel suo processo di crescita che potrebbe portarlo a recitare un ruolo sempre più importante nei grandi Giri, se saprà gestirsi nell’arco delle oltre tre settimane.
Credito foto: http://www.uaeteamemirates.com/it/

Credito foto homepage: vos/cyclingnews.com

Sport Service S.r.l. Milano, Via Smareglia Antonio, 7