Chi piace sempre di più è Wilco Kelderman, che il Team Sunweb ha preservato al Tour. In assenza del connazionale Dumoulin, l’olandese vuole migliorare la già eccellente prestazione dello scorso anno avendo la squadra a sua disposizione, ma il team non sembra attrezzato com’era stato al servizio di Dumoulin nei due precedenti grandi Giri, quindi Kelderman dovrà metterci del suo al di là della sua grande propensione per le cronometro. Piacciono anche altri due tulipani, Steven Kruijswijk, che dopo il 5° posto al Tour ha più libertà nel suo team in assenza di Roglic e Bauke Mollema, forse l’uomo in maggior condizione, chiamato all’ultima dimostrazione di essere uomo da classifica nelle corse a tappe, oltre che ottimo scalatore finora un po’ fine a se stesso.
Capitolo italiani: le prime tappe hanno subito liberato Nibali da esagerate tentazioni di classifica, il suo ruolo alla Vuelta è affinare la gamba in vista dei Mondiali dopo quanto successo al Tour e la successiva operazione. Vederlo anche episodico protagonista nella terza settimana sarà già un segnale importante. Ben altri segnali sono attesi da Fabio Aru, che dopo il deludente Giro vuole riscattarsi in terra spagnola. Le prime avvisaglie non sono state molto incoraggianti, ma è pur vero che il distacco in classifica, 47” da Kwiatkowski, non è poi così male come prospettive, se saprà migliorare di livello col passare dei km. Chi invece continua a non convincere è Davide Formolo, ennesimo ciclista molto promettente ma che alla resa dei conti non riesce a emergere nelle grandi corse a tappe, il distacco di 2’50” dice che la classifica è già compromessa.
Finora la Vuelta non ha lasciato spazio ai velocisti: Elia Viviani e Matteo Trentin attendono le occasioni giuste per mettere il naso davanti, anche se resta forte la sensazione di una scelta sbagliata, in un periodo dove al fianco della Vuelta tante sono le classiche concomitanti, oltretutto su percorsi molto adatti alle loro caratteristiche: anche in ottica ranking era da operare una scelta diversa, oltretutto non avendo aspettative iridate da coltivare.