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IL MESE PIÙ BELLO DELLA MTB AZZURRA
di Gabriele Gentili
Il mese di agosto, al di là dei risultati, ha profondamente mutato le prospettive immediate della Mtb italiana che può guardare al biennio olimpico con molta più fiducia. Raramente in casa italiana sono piovute buone notizie come nel mese più caldo dell’anno, non solo per merito del suo attuale numero uno. Gerhard Kerschbaumer. Avevamo iniziato il mese con un certo fastidio per la notizia della rinuncia del campione tricolore agli Europei, per anticipare la sua partenza per il Canada e la tappa di Coppa del Mondo. Guardando la gara di Glasgow, la sensazione che l’altoatesino abbia buttato via un titolo, tanto più importante quest’anno che era inserito in una manifestazione plurisportiva con un’audience ben diversa dal solito, resta più viva che mai, ma in terra scozzese è stato più che ben sostituito da Luca Braidot. Il friulano è stato autore della sua più bella gara in carriera, nella quale ha mostrato un coraggio e una resistenza quasi sconosciute, dando battaglia fino all’ultimo metro allo svizzero Lars Forster. Un argento più che brillante il suo, reso ancor più tale dal successivo quinto posto a Mont St.Anne e proprio la sua prestazione in terra canadese lascia pensare che una diversa scelta di Kerschbaumer avrebbe arricchito il carniere azzurro senza incidere più di tanto nella resa nella prova d’oltreoceano.

Guardando il rovescio della medaglia bisogna però sottolineare come attualmente Kerschi sia salito a un livello mai visto prima, soprattutto in fatto di costanza di rendimento. Dopo La straordinaria vittoria in Val di Sole, l’azzurro della Torpado Gabogas è rimasto sempre un gradino sopra quasi tutta la concorrenza e solo quel pizzico di fortuna necessario per far collimare tutto gli è mancato per allungare la sua serie vincente. In Canada, con Schurter (sotto nella foto sul podio finale World Cup 2018) attardato per un problema meccanico, Keschbaumer (sotto nella foto a dx), partito indietro dopo aver perso posizioni nello short track del venerdì, ha operato una rimonta furibonda, fermata a soli 15” dal sorprendente vincitore svizzero Mathias Fluckiger, con Luca e Daniele Braidot rispettivamente quinto e decimo. A La Bresse ancora una prova d’orgoglio dell’azzurro, unico a tener testa a Schurter, capace di riprenderlo dopo il cedimento della catena e di recuperare dopo una seconda caduta della stessa, fino a chiudere a 12” dal campionissimo, ancora una volta detentore del trofeo di cristallo. Le prospettive per i Mondiali d’inizio settembre a Lenzerheide, nella tana del più grande di tutti, sono più che positive.
In campo femminile il mese di agosto ha rimesso per così dire le cose a posto, nel senso che Jolanda Neff (nella foto della homepage), considerata la numero uno del movimento, ha ritrovato non solo la vittoria, ma  soprattutto la continuità di rendimento. La Neff prima ha dominato la prova continentale, infliggendo oltre due minuti alla rivale francese Pauline Ferrand Prevot e quasi tre e mezzo alla sorpresa belga Githa Michiels, per poi andare a conquistare entrambe le prove di Coppa del Mondo, con una superiorità disarmante soprattutto nella gestione della corsa. Bellissima l’ultima tappa a La Bresse, ricca di colpi di scena, con due forature che non hanno fermato la svizzera, a caccia della vittoria finale in Coppa. Un sogno che la danese Annika Langvad, dominatrice della stagione negli short track (non ne ha perso neanche uno…) ha accarezzato quando si è trovata da sola in testa, ma la poca dimestichezza con i tratti più viscidi ha permesso che sulla biker della Specialized rinvenissero prima la canadese Batty, poi Neff e Ferrand Prevot. La lotta a quattro si è risolta sui tratti più tecnici dell’ultimo giro, dove Neff e Batty si sono involate e la svizzera strappava quei 5” necessari per conquistare vittoria parziale e classifica generale.

Fra gli Under 23 sorpresa in campo maschile con il norvegese Fagerhaug che in casa del rivale francese Dubau gli andava a strappare in extremis la vittoria finale, mentre fra le ragazze la svizzera Sina Frei non ha avuto avversarie. Marika Tovo dal canto suo si erge a leader del vivace movimento italiano con il bronzo continentale seguito da due prove ai piedi del podio in Coppa, con quarto posto anche nella classifica finale. Un risultato assolutamente imprevisto a inizio stagione: a lei, la Teocchi settima nella generale, la Marchet e la Berta chiamata a riprendere il suo cammino di crescita è affidato il futuro della nostra Mtb.
Credito foto: Michele_Mondini_per_Northwave
Credito foto homepage: Michele_Mondini_per_Northwave
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