Ora non è più un caso, Primoz Roglic (sotto nella foto) è davvero uno dei protagonisti assoluti della stagione ciclistica. Il suo successo al Giro di Romandia si aggiunge a quello del Giro dei Paesi Baschi confermando che siamo di fronte a uno dei maggiori interpreti delle prove a tappe di media-breve durata, ma quel che impressiona del corridore sloveno è la capacità di gestione della corsa, a conferma che il 29enne della Lotto NL-Jumbo è giunto alla sua piena maturazione ed è un vero peccato che i responsabili della sua squadra abbiano deciso di dirottarlo sul Tour de France puntando al Giro sull’anziano olandese Robert Gesink, che nei grandi Giri non ha mai convinto.
Roglic è uno di quei corridori che sa emergere in salita affidandosi al suo passo, il che ne fa anche un grande interprete delle prove a tappe. In Svizzera la sua vittoria se l’è costruita nella prima parte della corsa, contenendo poi il ritorno del fenomenale colombiano Egan Bernal, il talento del Team Sky vincitore della cronoscalata e che in classifica ha chiuso a 8”. Terzo posto per il campione uscente australiano Richie Porte in quello che può essere considerato un passaggio di consegne come miglior specialista di questo tipo di corse. Quarto il danese Jacob Fuglsang, tra i corridori più in forma del momento e che da quando la squadra senza Aru non ha più un capitano predefinito si sta ritagliando spazi sempre più importanti, che conta di ampliare al Tour.