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NON SOLO GIRO D'ITALIA
di Enrico Monti
Al di là dello straordinario finale di questo 101° giro d’Italia, nel nostro ambiente in molti parlano ancora della Nove Colli specie dopo alcuni episodi che si sono verificati alla Regina delle GranFondo italiane. E per questo ci viene spontaneo e naturale mettere in fila alcuni pensieri. Forse ad alcuni non piaceranno, ma potranno far riflettere. Premessa, i partecipanti e gli arrivati sono stati poco sotto le 12.000 unità. Sono un numero che si rappresenta mentalmente a fatica. Sicuramente non ce l'hanno presente i fortunati delle prime due o tre griglie che possono praticare una giornata di sport quasi senza nessun intoppo. Se invece ti ritrovi per tanti motivi un numero che viaggia nella seconda metà del plotone è un altro film. Un amico ci ha raccontato la sua Nove Colli col piede a terra in ogni strappo o restringimento fino al ristoro posto dopo la deviazione dei due percorsi. Fin qui nulla di strano, i guai sono che il tutto è successo a strade aperte al traffico, praticamente da SUBITO (il fine corsa del Lungo è passato dopo 15 minuti dal primo come da regolamento FCI). Una cosa che a Cesenatico non si era mai vista in 47 edizioni precedenti 😳 Per non parlare dei ciclolesi cronici che pensano di poter impunemente fare slalom tra tranquilli e ignari partecipanti, tagliare alla cieca curve e tornanti sbraitando contro chi va sulla sua destra e si trova all'improvviso un idiota in derapata, attaccarsi agli specchietti delle auto che nel senso di marcia provano magari ad andare a casa, e quant'altro di stupido e pericoloso vi possa venire in mente. Torniamo ai primi, che all'attacco di Monte Tiffi, quindi al km. 95 circa, erano preceduti da 4 moto tra Polizia e GS Scorta, diversi mezzi dell'organizzazione, con in coda altri veicoli e a chiudere il "Fine Corsa". Quanti erano? 5 o 6, poi 2 o 3 in diversi minuti....e poi per quasi 20 minuti IL NULLA. Quindi ricapitoliamo: oggi come oggi, se non si torna alla qualità organizzativa del passato chi si iscrive alla Nove Colli ha la matematica certezza di farla per intero a traffico e strade aperte. Certo ci sono gli addetti agli incroci, bravi e disponibili che fanno il possibile per non farti rallentare o sbattere da qualche parte. Ma traffico e strade sono aperte. Del resto, lo capiamo benissimo, chiudere 200 km di strade dalle 6 di mattina alle 6 di sera non è più proponibile.
 
La seconda riflessione è questa: lo spirito della Nove Colli è lo stesso da 48 anni. Ogni partecipante ha la "sua" gara contro se stessi, contro gli "amici", contro i "parenti serpenti", una gita di gruppo, una giornata di svago e risate, una sofferenza di alcune ore… ognuno fa la sua. E' il bello di questa manifestazione, e per tutti lo stesso trattamento (quasi tutti, meno i primi 20...). Ma se è così come mai il giorno dopo i poveri organizzatori hanno dovuto in fretta e furia improvvisare un servizio lungo tutto il tracciato per pulire le quintalate di immondizia sparse in ogni dove? Anche chi ci ha messo 14 ore butta le cartacce… perché? E poi ci meravigliamo se qualcuno odia i ciclisti! Ecco, dulcis in fundo si devono gestire situazioni in cui abbondanti precipitazioni di puntine, chiodi, chiodini, trucioli di ferro cadono copiosi e a intervalli regolari prima di ogni gruppo. E' la guerra dei poveri e degli ignoranti: ti faccio forare perché mi dai fastidio, butto le cartacce tanto non abito qui e ho pagato 75 euro… ci penseranno gli organizzatori.
 
A queste due forme di "idiozia fulminante" non c'è cura: si deve operare chirurgicamente, eliminiamoli. Per favore rendiamo l'aria più pura, più civile, più umana. Mao diceva "Colpirne uno per educarne 100", magari aveva metodi un po' drastici ma il principio nel nostro caso potrebbe starci. Educhiamoci ed educhiamoli. Per non finire a fare i rulli sullo sfondo del Borbotto!
Credito foto: Archivio Sport Service
Credito foto homepage: Archivio Sport Service
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