L’Italia del ciclocross si appresta a vivere i Mondiali di Valkenburg (NED) in programma nel prossimo fine settimana puntando forte sulle sue donne. L’ultima tappa di Coppa del Mondo disputata a Hoogerheide ha visto all’opera una Eva Lechner in grande spolvero, che sembra aver raggiunto il picco di forma nel momento giusto. Quest’anno la bolzanina aveva già offerto grandi prestazioni, fino a entrare sul podio virtuale di Coppa, ma in terra olandese ha compiuto quasi un capolavoro e quel “quasi” è dovuto alla presenza dell’iridata belga Sanne Cant, che ha forzato per tutta la gara per poi andar via nel finale e vincere con appena 10” sull’azzurra. Il “quid” in più messo in mostra dalla Lechner è stata la tenuta alla distanza, sia fisica che mentale, che in passato aveva spesso fatto difetto e che sembra l’effetto principale del lavoro del suo allenatore Luca Bramati, uno che di ciclocross d’altissimo livello se nel intende parecchio… Molto bella anche la prova di Alice Maria Arzuffi, sesta a 52” dalla vetta e autrice di un grande recupero dopo essere finita nelle retrovie in partenza. Sul podio intanto era finita la britannica Evie Richards, a 19”, che si candida a principale favorita della prova iridata Under 23. In classifica di Coppa vince la Cant e la Lechner legittima il suo terzo posto. Da notare la brutta caduta dell’ex iridata francese Pauline Ferrand Prevot, uscita dolorante a una spalla e la cui presenza ai Mondiali è a forte rischio.
La prova Elite maschile ha dimostrato ancora una volta che Mathieu Van Der Poel ha qualcosa in più dei rivali. L’iridato belga Wout Van Aert le ha provate tutte per fermarlo, ma già dopo un giro era staccato. Il responso finale di soli 8” di distacco non deve trarre in inganno, la vittoria dell’olandese non è mai stata in discussione. Ora l’appuntamento decisivo fra i due, con il belga forse un pizzico più avvezzo alle prove senza appello come quelle titolate e Van Der Poel che sogna di emulare il padre e proseguire nella caccia al Grande Slam. Terza posizione per il belga Michael Vanthourenhout, con gli italiani Gioele Bertolini 17° a 4’12” e Luca Braidot 27° a 5’29” a conferma che i vertici sono ancora lontani.