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ITALIA, COSÌ PROPRIO NON VA...
di CicloZeman
L’Italia torna da Innsbruck con un bilancio complessivo di un argento e tre bronzi. Considerando che tre medaglie vengono dai più giovani, si potrebbe anche guardare con ottimismo al futuro, ma la questione non è così semplice. Il Mondiale austriaco ha detto molto, ha dato segnali importanti, ma in chiave italiana ha confermato che lo stato di crisi nel quale versa il nostro ciclismo è profondo e di lontana soluzione: la prova degli Under 23 non ha fatto altro che confermare che alle spalle delle nostre punte non ci sono ricambi, soprattutto considerando i percorsi più difficili, le salite. Non troviamo più scalatori degni di questo nome, né passisti che possano stare al passo nelle prove a cronometro. Ciò significa che diventiamo sempre più marginali nelle corse a tappe e rischiamo di fare la fine della Francia, che solo ora sta riemergendo da un oblio quasi trentennale.

Le cause? Il discorso sarebbe molto lungo, ma certamente pesa fortemente l’impostazione del movimento giovanile, con squadre che vanno sempre più infarcendosi di ragazzi stranieri per la voglia dei proprietari di vincere subito. Ancor di più però pesa la mancanza di veri e propri imprenditori italiani innamorati del ciclismo com’erano quelli di Mercatone Uno, Carrera, Lampre tanto per citare qualche nome. Siamo senza squadre del World Tour, il che significa che non riusciamo a portare i nostri migliori talenti al vertice di un team nostrano. Così finiscono nelle squadre straniere e, quando va bene, diventano ottimi gregari ma nulla più.

Trovare una soluzione sembra difficile e proprio per questo l’andamento del Mondiale professionistico va visto in maniera positiva, con una squadra che nonostante le grandi avversità è riuscita ad essere protagonista, con un Moscon che sin d’ora deve programmare questi due anni pensando al percorso di Tokyo 2020 perché ha dimostrato di poter essere protagonista anche lì, magari passando per Classiche del Nord da interpretare, finalmente, alla garibaldina (ancora meglio alla Ciclozeman).

Intanto Innsbruck ha mostrato al mondo un nuovo talento che per la potenza dimostrata da junior è impressionante: si chiama Remco Evenepoel (sul podio sotto nella foto) e molti, con il dovuto rispetto, ha ricordato un suo connazionale quand’era alle prime armi, tale Eddy Merckx. E’ uno che può vincere dappertutto e quello che ha fatto al Mondiale in linea, cadendo, rimontando un paio di minuti sul gruppo intero, fino a vincere in solitudine è parso qualcosa di marziano. Se tanto mi da tanto...
Credito foto: www.federciclismo.it
Credito foto homepage: www.federciclismo.it
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