Email not displaying correctly? View it in your browser
RITORNA ALLA NEWSLETTER
IN VIAGGIO PER LE VACANZE
di Stefano Conca
I cicloamatore non va in vacanza, ma trasferisce semplicemente l'attrezzatura da un' altra parte. Se è da solo, non ci saranno particolari problemi, se con famiglia, allora la questione si farà un pò più complessa. Che sia mare, montagna, lago o collina, il protocollo non cambia. Ecco alcune fasi salienti dello spostamento:
 
a) Caricare le valige in auto. Notoriamente il numero dei bagagli e la loro disposizione nel baule dell'auto è una scienza inesatta. Servono anni e anni di pratica per riuscire ad incastrare tutto quello che "non serve" in 2 metri cubi. Di solito la quantità di roba inutile che deve trovare spazio, viene incrementata da un borsone fantasma spuntato all'ultimo minuto che contiene l'occorrente per un'intera stagione ciclistica. Ci sono 2 completi estivi, una maglia a maniche lunghe, una salopette a 3/4, 3 paio di guanti, casco, sottocasco, antivento, antipioggia, scarpe, copriscarpe, gambali, manicotti, occhiali, borracce, ciclocomputer e perché no, anche un completo invernale perchè non si sa mai! Alla fine l'auto sarà così carica da assomigliare più ad una insalatiera viaggiante.
 
• Caricare la bici. Questa è la parte più critica. La soluzione perfetta è utilizzare la seconda auto della famiglia per trasportare la bici, ma spesso non è percorribile. Così si vagliano 3 alternative:
• 1 Il portapacchi con portabici sopra il tetto dell'auto. E' la soluzione più veloce ma anche la più psicologicamente labile. La specialissima rimarrebbe ancorata in piedi sul tetto, esposta ai 4 venti e alle intemperie. Inoltre il terrore che possa volare via o incastrarsi sotto un ponte, pietrifica il cicloamatore.
• 2 il porta bici posteriore. Ce ne sono diverse varianti ma tutte prevedono l'ancoraggio della struttura tramite corde di nylon piatte da far passare in punti diversi dalle fessure del portellone posteriore dell'autoveicolo. Le prime volte, l'installazione dura moltissimo. Una volta attaccato, si potrà "appendere" la bici che poi verrà a sua volta fissata con corde ed elastici. Avere la propria creatura "dietro" alla macchina in qualche modo protetta dal vento, mette il cicloamatore in uno stato di relativa tranquillità; per contro non potrà più essere aperto il bagagliaio per tutto il viaggio e comunque la bici rimarrà appesa come su uno stendino, in balia delle turbolenze dell'aria e bersaglio sicuro in caso di contatto anche minino con un' altra vettura.
• 3 baule sopra il tetto. Se abbastanza grande può ospitare la bici, comodamente sdraiata e bloccata. Probabilmente la soluzione più costosa ma anche la più sicura. Il mezzo è protetto dal vento, dal sole e dalla pioggia.
 
b) Il viaggio. Il cicloamatore che trasporta la sua amata compagna di avventura sopra o dietro l'auto non è tranquillo. Infinite saranno le soste per controllare che sia tutto a posto, la velocità di crociera sarà verso il limite inferiore consentito dalla legge, e si procederà sulla corsia per i mezzi pesanti. Persino la moglie/compagna che normalmente rimprovera il marito per l'eccessiva velocità, avrà di che lamentarsi per l'andatura troppo lenta.
 
c) La sosta all'autogrill. Durante la sosta alle aree di servizio, il cicloamatore costringerà l'intera famiglia ad una turnazione per piantonare la bici. Ci si recherà alla toilette uno alla volta, e il posto per pranzare dovrà essere scelto in posizione strategica, con l'auto e quindi la bici sempre in visibilità. Inoltre dovrà essere predisposta una via di fuga da dentro l'Autogrill alla vettura, tale da consentirne il raggiungimento in 5 secondi netti.
 
d) La sistemazione della bici finalmente arrivati a destinazione, il cicloamatore dopo essersi sincerato dello stato di salute della bici di corsa, comincerà a studiare il modo per portarla nella camera dell'albergo. L'opzione di ricoverarla nell'apposito spazio preposto dall'hotel è fuori discussione. A questo proposito, il cicloamatore fondamentalista, sarebbe disposto a dormire in cantina e a pagare un lauto compenso, purché la bici possa avere un posto assegnato in camera. Alla fine dopo numerosi tentativi eseguiti di nascosto, e richieste incessanti, la fedelissima sarà finalmente in camera appoggiata al lato destro del letto.
 
e) Gli orari di allenamento. Il cicloamatore dovrà trovare il modo per allenarsi e non togliere troppo tempo ai figli e al compagno/a che è pur sempre la sua famiglia. Sceglierà di cominciare la sgambata alle prime luci dell'alba, per essere di ritorno devastato all'ora della colazione.
 
F) Fine Vacanza. Un parola che il cicloamatore di fatto non conosce, infatti tra allenamenti e ore perse di sonno egli comincia a rilassarsi quando rientra nella routine di casa. 
Credito foto: www.thule.com/it
Credito foto homepage: bikeexperience.tuscany.it
Sport Service S.r.l. Milano, Via Smareglia Antonio, 7