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LE DONNE E LA CRISI DELLE SQUADRE
di CicloZeman
Dando una nuova occhiata al ciclomercato delle squadre femminili, emerge chiaramente come tutto il settore abbia bisogno sempre più urgentemente di una rinfrescata. Le difficoltà nella gestione del ciclismo femminile sono molto ampie, anche perché il risalto delle loro prove, che a differenza di altri sport spesso si vivono separatamente dall’altro sesso, è ridotto, anche se almeno dalle nostre parti (soprattutto grazie agli ottimi risultati delle nostre ragazze contemporaneamente alla crisi del settore maschile) c’è stata negli ultimi anni un’indubbia crescita. Allargando però il discorso in ambito internazionale non può lasciare indifferenti il fatto che ben quattro squadre di prima fascia, tra cui Cylance e Higgle Wigh5, abbiano chiuso i battenti lasciando decine e decine di cicliste di alto livello in cerca di un ingaggio. Una scelta che nel caso della Cylance ha convinto anche una campionessa come Giorgia Bronzini ad appendere la bici al chiodo dopo una stagione ancora in primissima linea e densa di soddisfazioni, passando alla guida dell’ammiraglia della neonata Trek.

Dopo i primi botti, dovuti in buona parte proprio alla dismissione delle squadre e alla ricerca di nuovi approdi anche per big del settore, il ciclomercato nelle ultime settimane ha un po’ rallentato, ma qualche movimento c’è stato, tra cui un colpo a sensazione, quello assestato dalla CCC-Vis che ha portato nelle sue file Ashleigh Moolman (sotto nella foto), 33enne sudafricana considerata la migliore ciclista del continente. Due volte bronzo mondiale, la sudafricana ha iniziato tardi la sua attività, a 24 anni dopo aver conseguito la laurea in ingegneria e si è presto dimostrata una ciclista completa, in grado di eccellere soprattutto nelle prove a tappe mettendo a frutto le sue capacità sia sul passo che in salita. Un acquisto importante per la CCC-Vis che l’affianca all’altra capitana Marianne Vos, l’olandese pronta a rilanciarsi anche su strada dopo il ciclocross ma che ha più una vocazione per le classiche, mentre la Moolman potrebbe essere una valida alternativa allo strapotere olandese nelle gare di più giorni.
Desta curiosità la scelta della 30enne svedese Emilia Fahlin di approdare alla FDJ-Nouvelle Aquitanie Futuroscope, non proprio un team di prima fascia. La campionessa scandinava, vincitrice del WWT Vargarda nel 2016, ha chiuso la stagione con una serie di ottimi piazzamenti e il forzato addio alla Wiggle High5 l’ha portata a scegliere il team transalpino per avere carta bianca sugli obiettivi da scegliere e sull’appoggio delle compagne di squadra, senza fastidiose concorrenze interne. D'altro canto nel ciclismo femminile l’assenza di una classificazione fra squadre World Tour e Continental come fra gli uomini rende un po’ più agevole l’adesione alle gare del massimo circuito.
 
La sensazione è che comunque, prima dell’ideale suono della campanella che segnala la fine delle contrattazioni, altro potrebbe accadere, con ad esempio la campionessa europea Marta Bastianelli che resta il sogno di molti team intenzionati a rafforzarsi per le prove in linea. Fra i nuovi approdi sarà intanto da seguire Vittoria Guazzini (al centro nella foto della homepage), alla sua prima stagione professionistica nelle file della Valcar Pbm, un team italiano che si conferma molto attento nel promuovere i migliori talenti nostrani. La Guazzini, oro a cronometro e argento su strada agli Europei U23 di Brno, è un altro del grandi talenti italiani capaci di distinguersi su strada come su pista, seguendo quella via della poliedricità che ha rilanciato il settore indoor italiano dopo anni di crisi: chiederle subito acuti fra le pro è azzardato, ma ha tutte le caratteristiche per ben figurare e mettersi in mostra, continuando intanto a coltivare il sogno olimpico, magari nel quartetto dell’inseguimento.
Credito foto: cervelo_bigla_www.bpct.ch 
Credito foto homepage: www.federciclismo.it/it
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