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SHORT TRACK, UNA BUONA IDEA DALLE ORE CONTATE?
di Gabriele Gentili
Tra le novità di questa stagione sulle ruote grasse c’è l’ingresso dello short track nel calendario della Coppa del Mondo. Un ingresso posticipato, riservato alle tappe europee e consistente in una prova breve durata, appena 20 minuti in media, al venerdì, i cui risultati oltre ad assegnare punti per la classifica finale di Coppa avevano peso anche per l’assegnazione dei posti di partenza alla domenica. Il peso specifico di queste gare non è indifferente, basti pensare che ad Albstadt Nino Schurter si è ritrovato a piedi nella prova del venerdì venendo così costretto a partire la domenica dalle retrovie, solo che il suo talento è talmente grande che dopo il giro di lancio era già davanti a tutti...

Lo short track è una specialità tipicamente americana. I corridori si ritrovano a gareggiare su circuiti di un km o poco più, con tempi di percorrenza di 2-3 minuti a giro, regalando spettacolo concentrato al pubblico. Una gara che è un’evoluzione dell’Eliminator, che peraltro continua ad avere una vita propria nell’Uci, con un proprio calendario di Coppa del Mondo, ma che si sta progressivamente staccando dal cross country divenendo una specialità con propri specialisti. Lo short track no, almeno per ora, resta patrimonio dei crossisti soprattutto nella formula che l’Uci ha scelto. Resta però la sensazione che il massimo organo internazionale, nella sua smania di proporre sempre qualcosa di nuovo, vada sacrificando man mano le sue creature: slalom e dual slalom hanno perso da tempo cittadinanza nel circuito, il 4Cross sopravvive solo grazie a iniziative private come il Pro Tour, lo stesso Eliminator segue ora una strada propria, chissà fino a quando. Sono tutti segnali della mancanza di una direzione precisa, tesa all’evoluzione di questo magnifico sport al suo massimo livello agonistico.

Finora le gare di Coppa hanno comunque detto che lo short track è profondamente diverso dal cross, serve un’esplosività speciale, anche se la sensazione è che non tutti investano il massimo delle energie in questo “aperitivo”. Ad Albstadt (GER) a vincere è stato il campionissimo del ciclocross Mathieu Van Der Poel (NED-Corendon Circus) davanti al neozelandese Sam Gaze (Specialized) con il nostro Marco Aurelio Fontana (Bianchi Countervail) mostratosi subito a suo agio in questo format con l’ottavo posto. A Nove Mesto (CZE) Gaze si è preso la rivincita beffando Van Der Poel e Schurter, questa volta molto più pronto con Fontana addirittura sesto. Fra le donne discorso diverso e doppietta di successi per la danese Annika Langvad (Specialized) (all'arrivo sotto nella foto) d’altronde vincitrice anche delle tappe di Coppa sui percorsi lunghi a Stellenbosch e nello stesso tempio ceko della Mtb. In definitiva l’idea piace al pubblico e può trovare sbocchi, l’importante però è continuare a crederci e non lasciarla sfiorire come l’ennesima moda.
Credito foto: ego_promotion
Credito foto homepage: archivio_redbull
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