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CONSIGLI PERFORMANTI
di Giovanni Camorani

 

Vengo dall’atletica (resistenza) e per motivi di infortuni sono passato recentemente alla bici. Tra le mie precedenti tipologie utilizzavo spesso il fartlek e le variazioni di velocità. Come potrei riproporle nel ciclismo?

 

Intanto spieghiamo cosa siano le due metodologie e come si differenziano. Per entrambe le metodologie si prevedono nel corso dell’allenamento tecnico, una fase continuata alternata a delle accelerazioni alla soglia aerobica o poco sotto. Una situazione abituale quando si “gira" in gruppo per esempio. Consiglio quando si tira una tempistica di circa 1’. La differenza tra le variazioni di velocità e il fartlek, come saprai, sono che le variazioni si stabiliscono prima di iniziare a tavolino quanto tempo farle e quanto dura ogni “tirata”, e si svolgono in pianura. Il fartlek (metodologia nata nei paesi scandinavi) in realtà le stabilisce il territorio (mangiabevi per esempio sono l'ideale) e la sensazione del ciclista. Solitamente si tira a tutta in tratto in salita e si recupera nella discesa successiva. Salite che non devono essere lunghe più di 1km. Come si evince sono entrambe delle forme di variazioni ma in forma psicologica e tecnica molto differenti tra loro, per questo molti nella piano settimanale le alternano o le usano entrambe.

Credito foto: Archivio Sport Service
Credito foto homepage: bettini_photo_per_bianchi_vitesseonline
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