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CLASSICI ADATTATI
di Enrico Monti
PER UN PELO. Quante volte nella nostra carriera di ciclosottoneuronedotati abbiamo preso dei rischi così elevati che si è sfiorato il patatrack? L’espressione idiomatica sopradescritta è anche troppo signorile rispetto al linguaggio più corrente in questi casi; è la sorte che per una volta oltre che baciarti in fronte ti prende per un braccio e ti tira indietro da muretti, paraurti, benne di ruspe, pali in cemento da 250, portoni blindati e tralicci dell’ENEL. Un instante dopo sotto la lingua hai lo stesso sapore di quando hai beccato la 380 mentre tentavi di fregare la corrente. Le tue gambe hanno la stessa consistenza della mousse al cioccolato (non che prima ci fosse poi chissà cosa... però...). Un brivido “canarino” ti percorre le pelle e hai diversi minuti in cui non sai bene se andare nel bagno del bar oppure fermarti sotto un albero per riprendere in pieno le tue facoltà. Oggi è andata bene, pensi.
Sparato il bonus ora non ti resta che portare a casa la pelle senza guardare tempi e classifiche. Tra qualche giorno l’episodio sarà classificato come “... ma quanta ne ho e come so guidare bene la bici!”. Ti raggiunge nel frattempo il tuo amico che ha visto tutta la scena da dietro, lui che...
...NON HA PELI SULLA LINGUA! Pensi che tenterà di consolarti come un mamma e invece la parola più gentile che gli esce è “Patacca!” Poi una disamina di come la gente a 50 anni crede di essere un corridore mentre dovrebbe fare solo tornei di boccette e briscole. Se avevi qualche dubbio sulla sua amicizia te lo toglie subito nel descrivere come in casi simili 99 su 100 quello che resta del ciclista è appena sufficiente per il riconoscimento. Poi però capisce che sta esagerando, si avvicina e ti mette la mano sulla spalla e con tanta dolcezza ti invita al bar per un bicchiere d’acqua, un caffè, una spremuta... che bravo pensi, ma in verità è lui che vuole scroccarti la consumazione mentre sei ancora sotto shock. Nulla da dire, è una persona a modino a cui non potresti mai...
...TORCERE UN PELO. Il collo invece sì, glielo potresti torcere tranquillamente senza nessun rimorso. Come recitava un adagio “dagli amici mi guardi Dio che dai nemici mi guardo io!”. Purtroppo vivi in Italia e questa tipologia di amico è protetta come il panda, magari fossimo in Uzbekistan si poteva risolvere con una ordalia o una sfida sulla groppa di un cavallo. L’amico sorride, ti ha dileggiato e scroccato una bibita, giornata positiva! In fondo però, meglio 5 euro in meno che un impatto frontale, dai non far così... potevi diventare un pomodoro... pelato.
Credito foto: Sport Service - pixabay.com/it/users/clker-free-vector-images-3736/
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