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IL GRANDE DILEMMA DI ALAPHILIPPE
di CicloZeman
TEUNISSEN SU BICI BIANCHI PRIMA MAGLIA GIALLA 2019
Le prime tappe del Tour hanno subito dimostrato che quest’anno la Grande Boucle è stata costruita in maniera molto diversa dal solito, cercando di rendere movimentate più tappe a scapito dei velocisti, che nel corso delle prime tre frazioni non hanno avuto occasione per mettersi in luce. Messaggi in chiave classifica ne sono arrivati, ma senza sovvertire la gran parte dei pronostici.

E’ chiaro che l’azione di Julian Alaphilippe (sotto nella foto) nella terza tappa con arrivo a Epernay resta stampata indelebile nella memoria: la sua superiorità sugli avversari sul Col de Morigny è stata quasi imbarazzante, come anche il crescendo rossiniano sull’ultimo muro dove ha guadagnato sul gruppo che pure era in caccia. La maglia gialla indosso potrebbe anche indurlo a obiettivi più preziosi di quelli con i quali è partito, ma bisognerà vedere se in questo anno magico sarà migliorata anche la sua resistenza nell’arco delle tre settimane, suo vero tallone d’Achille. Più facile però che continui a puntare a traguardi sporadici, scheggia impazzita di un Tour tutto da scoprire.

La temutissima cronosquadre di Bruxelles ha incoronato il Team Jumbo Visma di Steven Kruijswijk, che sembra non aver risentito dell’assenza di Roglic. Il vantaggio consegnato all’olandese sugli avversari per il titolo è andato anche oltre le previsioni, anche se siamo sempre nell’ordine dei secondi, ma aver battuto il Team Ineos in quella che doveva essere la prima occasione per mettere in chiaro le gerarchie è comunque un passo importante. La stessa cronosquadre ha premiato Vincenzo Nibali e la Bahrain Merida, confermando come l’acquisto del campione del mondo Rohan Dennis in ottica Tour sia stato azzeccato, mai il team dello Squalo era andato così bene e questo ha dato nuovo vigore al siciliano, apparso pimpante nelle prime pedalate in terra belga-francese.

Per quanto riguarda il Team Ineos, molti hanno voluto vedere nei 5” guadagnati da Bernal su Thomas nella tappa di Epernay uno sgarbo al capitano, ma come spiegato le gerarchie nel team britannico sono in divenire su una base chiara, che identifica nel colombiano la vera carta da giocare per vincere, con il campione uscente pronto però a piazzare la zampata. Quel che resta da vedere è il resto della squadra, dove al di là del solito commovente Kwiatkowski non è sembrato finora esserci quella forza d’insieme capace di tenere bloccata la corsa.

Resta da dire della splendida vittoria di Elia Viviani, che finalmente ha completato il suo personale tris nei grandi Giri con lo sprint vincente di Nancy, che lo ripaga del deludente Giro d’Italia e lo rilancia al confronto con i migliori sprinter del panorama internazionale. Un successo che però è figlio del fortissimo treno della Deceuninck QuickStep, che lo ha lanciato nella maniera migliore. Si attendono repliche.
Credito foto: bettini_photo_per_bianchi_vitesseonline.it - getty_images_per_cyclingnews.com
Credito foto homepage: bettini_photo_per_bianchi_vitesseonline.it
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