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TUTTI CONTRO IL TEAM INEOS
di CicloZeman
Un punto va subito chiarito: il Tour de France avrà quasi certamente uno sviluppo tattico ben diverso dal Giro d’Italia che ha premiato l’ecuadoriano Carapaz al termine di una corsa tecnicamente inferiore alle edizioni precedenti. Il perché è dovuto a vari fattori: un percorso che, a differenza degli scorsi anni, sembra più vario e divertente della corsa rosa, le condizioni climatiche improntate al gran caldo e soprattutto la presenza di una squadra, il Team Ineos, abituata a controllare la corsa nei minimi dettagli, imponendo la propria legge. Non è un caso se nelle ultime 7 edizioni ben 6 sono andate alla squadra britannica e l’unico buco, quello della straordinaria vittoria di Vincenzo Nibali, è figlio della caduta con conseguente ritiro del capitano Chris Froome al tempo senza una valida alternativa.

Froome non ci sarà quest’anno, alle prese con la lenta ripresa dopo il terribile incidente del Giro del Delfinato, ma è in casa Ineos che bisogna guardare per cercare i favoriti: il team britannico ha due alternative: affidarsi all’”usato sicuro”, ossia il campione uscente Geraint Thomas (nella foto della homepage), oppure puntare sul nuovo talento Egan Bernal (in azione sotto nella foto), la sensazione è che una decisione verrà presa strada facendo in base alla classifica, ma è anche probabile che Thomas faccia da “ombrello” per il colombiano per lanciarlo verso la sua prima grande affermazione.
Le alternative non sono così tante: Dumoulin ha dovuto rinunciare per infortunio, la Movistar si ostina a puntare su Quintana e Valverde, il Team Jumbo Visma dopo la delusione di Roglic al Giro punta tutto su Kruijwijk senza sapere se l’olandese saprà reggere da solo il palcoscenico, la Mitchelton Scott ha i fratelli Yates con Simon che dopo il brutto Giro si dice pronto a supportare il più fresco Adam, la Trek Segafredo con l’instancabile Mollema e Giulio Ciccone atteso con curiosità a qualche azione estemporanea dà ancora una chance a Richie Porte.

A ben guardare forse per cercare un avversario al Team Ineos bisogna guardare altrove: innanzitutto ai padroni di casa, da Romain Bardet a Thibaut Pinot, da David Gaudu a Warren Barguil, tutti concentrati sulla corsa di casa per riportare in Francia un simbolo, la maglia gialla, atteso da troppo tempo, considerando poi che il numero 1 assoluto, Julian Alaphilippe, correrà per i traguardi di tappa e la riconferma della maglia a pois conscio di non avere il fondo per puntare alla classifica; poi Jakob Fuglsang, il grande protagonista della stagione, alternativa nelle classiche ad Alpahilippe ma che sembra rigenerato anche per le prove a tappe; attenzione anche a Enric Mas, punta della Deceuninck QuickStep che per la prima volta ha nelle sue file un corridore da alta classifica, il che potrebbe ridisegnare tutte le sue tattiche di corsa.

Resta da dire della folta pattuglia italiana: Vincenzo Nibali parte per il Tour all’oscuro delle sue reali condizioni. Per capire che cosa potrà fare decisive saranno le prime 10 tappe, al termine delle quali tirerà le somme. Lo Squalo del Giro potrebbe dire la sua in ottica podio, realizzando una doppietta molto intrigante, la squadra è più che competitiva con Caruso, Mohoric, Dennis e Teuns che potranno dargli manforte su ogni terreno. A Fabio Aru non si chiede altro che qualche segnale di vita, per proseguire su quel cammino di rinascita che si dovrebbe completare alla Vuelta. Poi ci sono i cacciatori di tappe, da Viviani a Trentin, da Colbrelli a Nizzolo, ma attenzione anche a Pasqualon, in una squadra, la Wanty Gobert, invitata per agitare le acque. Per tutti, italiani e non, conterà molto sovvertire un copione già scritto, con il Team Ineos in regia, se ci riusciranno ne vedremo delle belle.
Credito foto: bettini_photo_per_cyclingnews.com
Credito foto homepage: cyclingnews.com
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