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CLASSICI ADATTATI
di Enrico Monti
CHI LA DURA LA VINCE. In verità nel nostro piccolo mondo di carbonio e grafene la frase va girata sul senso più leghista del termine: chi l’ha duro la vince. Infatti grazie alla fantastica scoperta del pastiglione del viagra intere generazioni di ciclisti e compagne può usufruire delle benefiche proprietà terapeutiche di questo vero e proprio toccasana; come per Lazzaro la pelle si rianima e riprende vita anche dopo gli allenamenti per controllare il peso di 370 chilometri. Pare anzi che anche al femminile la pastigliona dia insperati risultati sui campi di gara irrorando i muscoli come il napalm. Gli unici effetti collaterali conosciuti portano all’acquisto delle celebri mutande di latta “medioevali” con tanto di naso in lamiera a saracinesca. In caso poi di temperature sotto i 5 gradi i peli drizzati dall’effetto “pertica” della sostanza forma una specie di giubbotto in gorillotex che permette all’atleta di viaggiare tranquillo in smanicato. Di meglio non c’è, anzi, per avere di meglio occorre entrare nel campo della fisica e della scoperta di Alessandro Volta, la pila! Specialmente se la pila è...
...DURA-CELL. Diciamocelo chiaramente: la tentazione di elettrificare la nostra pedalata è grande e in diversi cedono al peccato! Qualcuno lo fa in maniera lampante e visibile, qualcun altro tenta maldestramente di camuffare motore e batteria ma poi quando ti superano ai 35 all’ora sul Mortirolo qualche dubbio viene... i più evoluti e sofisticati riescono ad ingannare tutti customizzando bici con tubi adatti e comandando il motore con il cardio. Solo in due casi sono guai: a) la tua pila non è DURA cell, e proprio sul più bello, tipo a metà del Manghen, ti lascia a secco!
Tralasciamo battute e risolini di chi ti sorpassa e vede la tua vena giugulare gonfia come un dirigibile... b) il tuo battito quel giorno non è regolare e quindi il motore parte e si ferma anche in griglia e la tua bici sembra un buratello. Provi la respirazione tibetana, la tecnica di rilassamento del cacciatore di foche, a smontare la catena e arrotolarla sullo sterzo, a dare la colpa alle tempeste solari e ai raggi cosmici ma ogni tentativo è inutile e ti agiti sempre di più... Allora non ti resta che fare..
...LA FACCIA DA DURO.  Tirare fuori la pistola e, come nel vecchio west, sparare un colpo sul motorino elettrico della tua bici tra il fuggi fuggi dei ciclisti e l’arrivo dei carabinieri... forse era meglio l’iniezione letale, faceva meno rumore.
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