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NIBALI E IL SUPERTEAM DEL 2020
di CicloZeman
Anche se l’ufficialità arriverà solamente a inizio agosto per non turbare gli equilibri del prossimo Tour de France, è praticamente certo che Vincenzo Nibali (nella foto della homepage) correrà dalla prossima stagione nelle file della Trek-Segafredo. Un corteggiamento lungo, quello adottato dalla squadra americana (ma con una forte componente italiana) che intorno al campione siciliano vuole costruire un team fortemente attrezzato per le prove a tappe, in grado di garantire allo Squalo il meglio per affrontare la grande sfida che lo attende. Non è un mistero infatti che Nibali, a 34 anni passati, abbia intenzione di affrontare ancora 2-3 stagioni al massimo livello e tra i suoi obiettivi ha messo nel mirino il record di podi nei grandi Giri: attualmente è a 11, a due lunghezze dal mitico Jacques Anquetil. Ma non è questo l’unico obiettivo della nuova avventura del siciliano.

Nibali ha scelto la sua nuova destinazione con corposo anticipo perché sa che, mentre quest’anno con il Tour la sua stagione sarà pressoché conclusa, la prossima sarà molto lunga: il fuoriclasse messinese ha nel mirino le Olimpiadi di Tokyo, che presentano un percorso molto adatto alle sue caratteristiche, come d’altronde anche il successivo Mondiale che si preannuncia come un’immediata rivincita. Ciò comporta una scelta attenta per le corse a tappe: impossibile pensare alla doppietta Giro-Tour, l’alternativa sarà scegliere ancora la corsa rosa puntando al terzo successo per poi affrontare una preparazione mirata verso Tokyo o andare al Tour e sfruttare la Grande Boucle per raggiungere la massima condizione, come fece nel 2016, correndo per qualche vittoria di tappa.

Nibali avrà comunque bisogno di una squadra fortemente attrezzata per le corse a tappe e sicuramente l’ottimo comportamento tenuto dalla Trek all’ultimo Giro sarà stato un buon viatico per la sua scelta. Il siciliano ha già detto che porterà con sé tutto il suo staff, dal preparatore atletico Paolo Slongo al massaggiatore Michele Pallini, dal medico Emilio Magni a suo fratello Antonio, dimostratosi all’ultimo Giro ottimo gregario. Sarebbe però importante che Nibali portasse con sé anche Damiano Caruso, col quale ha condiviso l’ultimo Giro: Caruso, conterraneo di Nibali, solo da quest’anno è “retrocesso” da capitano a luogotenente ma l’ha fatto con grande dedizione e straordinari risultati, dimostrandosi essenziale per le tattiche dello Squalo. Alla Trek il suo ruolo sarebbe amplificato, anche perché non sarebbe solo.
Bauke Mollema, l’olandese sempre all’attacco e puntuale nella conquista della Top 10, sarebbe un altro utilissimo compagno d’avventura in salita, ricoprendo il ruolo che Landa ha avuto per Carapaz all’ultimo Giro. Inoltre alla Trek c’è un certo Richie Porte che, seppur in fase calante della sua parabola, potrebbe ancora dare un valido contributo, soprattutto nelle eventuali cronosquadre. E poi c’è Giulio Ciccone, confermatosi al Giro come uno dei talenti più cristallini del nuovo ciclismo italiano, che vicino a Nibali avrebbe tutto da imparare per tradurre le sue capacità in un futuro da capitano per le corse a tappe. Insomma, è in gestazione un superteam, imperniato sul campione italiano che, a prescindere da come andrà il prossimo Tour, ha ancora molto da dire nel ciclismo contemporaneo.
Credito foto: getty_images_per_cyclingnews.com
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