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CICLOCROSS, É TEMPO DI CONSUNTIVI
di Gabriele Gentili
La stagione del ciclocross si avvia ormai alla chiusura, come sempre avviene dopo i Mondiali che rappresentano il culmine della stagione. Anche il Dvv Trofee ha chiuso i battenti premiando nella classifica finale i due campioni del mondo, l’olandese Van der Poel e la belga Sanne Cant (all'arrivo nella foto della homepage), mentre per il Superprestige manca una sola prova al termine con VDP che punta all’en plein di successi, eguagliando così il record stabilito dal belga Sven Nys nella stagione 2006-2007 mentre per la Cant ci sono due punti di vantaggio da difendere nei confronti dell’olandese Annemarie Worst.

E’ tempo quindi di consuntivi finali che non possono non iniziare da Mathieu Van Der Poel (in azione sotto nella foto), autentico dominatore della stagione con ben 30 vittorie al suo attivo. La scelta vincente dell’olandese è stata quella di non inseguire disperatamente il Grande Slam, ossia la vittoria in tutte le challenge e le prove titolate per non ritrovarsi in riserva di ossigeno a fine stagione in coincidenza dei Mondiali. VDP ha rinunciato così alla Coppa del Mondo, saltando le prime due tappe negli Usa (quando d’altronde era ancora impegnato nella Mtb) e prendendosi anche qualche occasione di libertà nel corso della stagione, in modo da avere ancora energie per la rassegna iridata in Danimarca dove ha dominato dall’alto di una tecnica senza pari, ritrovando così quella maglia iridata lasciata quattro anni fa. Sgominata la concorrenza belga, con Van Aert che ha potuto ben poco e che si è visto sfuggire anche la Coppa del Mondo, andata al connazionale Toon Aerts che ha messo in mostra una continuità di rendimento inedita, culminata nel podio iridato.
Nel complesso la stagione elite si riassume qui: troppa la differenza fra i primi tre e il resto della compagnia, il che non depone a favore dello sviluppo della specialità. Probabilmente c’è da attendere la maturazione di forze nuove, a cominciare dalla novella scuola britannica che ha in Pidcock e Tulett due grandi talenti che in proiezione possono dire la loro, ma è chiaro che la scomparsa di altre scuole, dalla ceka alla francese, dalla tedesca a quella, ahinoi, italiana pesa fortemente.

In campo femminile il discorso è abbastanza simile, anche se ai massimi livelli le protagoniste sono in numero maggiore. La belga Sanne Cant ha seguito per sommi capi l’esempio di Van der Poel, incassando sonore sconfitte a inizio stagione ma emergendo in maniera prepotente nel finale, quando contava davvero. Uno smacco per le olandesi, che in Danimarca le hanno provate tutte isolandola durante la corsa, ma non trovando il modo per staccarla fino all’epilogo a loro sfavorevole.

Capitolo Italia e qui il discorso è più complesso. Il Mondiale si è risolto ancora una volta senza medaglie, ma segnali a livello giovanile sono arrivati perché i piazzamenti a ridosso del podio della Persico e di Dorigoni non sono frutto del caso. La delusione, se proprio dobbiamo considerarla tale, è stata la Arzuffi che a inizio stagione aveva fatto sognare vincendo anche una prova del Superprestige e arrivando in testa alla classifica della challenge, ma la sua condizione è andata progressivamente spegnendosi già a gennaio. La ragazza ha comunque tutte le possibilità per emergere, al pari del tricolore Gioele Bertolini che ha sfruttato la stagione per imparare, schierandosi al via in molte prove estere, incassando pesanti sconfitte ma incamerando importanti esperienze. L’anno prossimo guadagnerà posizioni, continuando su questa strada, ma intanto c’è una stagione di Mtb da vivere a tutta anche perché c’è un sogno olimpico che lo aspetta.

Credito foto: tim_de_waele_getty_images_per_cyclingnews.com

Credito foto homepage: tim_de_waele_TDWSport_per_cyclingnews.com

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