Quella di Fontana è una scelta coraggiosa e sicuramente è stata una mossa tanto meditata quanto difficile. Una mossa che ha messo fine (almeno per ora…) a una carriera da biker di primissimo livello, fatta di podi olimpici e mondiali, ma nella quale è mancato sempre qualcosa. E’ sinceramente un controsenso storico che Fontana non figuri nell’esiguo elenco di italiani vincitori di una tappa di Coppa del Mondo e questa è sicuramente una mancanza che pesa, dà un senso di incompiuto a un atleta che, nei momenti migliori della carriera, era all’altezza dei grandi Schurter, Absalon, Kuhlavy, come il bronzo conquistato di forza a Londra ha dimostrato.
La sua uscita di scena mette anche il movimento italiano in una situazione difficile, alle porte della stagione che servirà per stabilire le quote di partecipazione alle Olimpiadi. L’Italia insegue il massimo traguardo, ossia i tre biglietti per il Giappone e l’apporto che il Prorider poteva dare era fondamentale. L’Italia ora si trova con una freccia in meno contro corazzate come Francia, Germania, Usa, raggiungere il massimo risultato non sarà semplice.
Guardando il tutto dalla prospettiva di Fontana, la scelta però assume un carattere diverso: il campione piacentino chiude quando era ancora pienamente competitivo. Certo, l’ultima stagione non era stata all’altezza della sua fama e forse ha pesato un po’ anche il timore che non fosse stato un caso, sono venute a mancare certe motivazioni senza le quali competere in scenari internazionali è praticamente impossibile. Fontana resta nell’ambiente e avrà ancora tantissimo da dare perché c’è un enorme bisogno di personaggi come lui per mantenere alti i numeri di praticanti, soprattutto a livello giovanile in modo da favorire un continuo ricambio. Nel suo futuro ci sono ancora tante vittorie da conquistare...