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CLASSICI ADATTATI
di Enrico Monti
 
ALZARSI CON IL PIEDE SINISTRO 
Capita a volte di inanellare tutta una serie di circostanze veramente sfortunate: hai 1 ora esatta di buco nella pausa pranzo e ti fiondi a palla nel tuo armadio ma non trovi più i pantaloni; sei talmente nero che usciresti con i boxer ma i tuoi gioielli uscirebbero appena ti alzi sui pedali. Con pazienza rovesci l’armadio e li trovi ovviamente infilati dentro le scarpe. Esci a palla e asfalti il tuo capo che per fortuna non ti riconosce tutto vestito come una Spice Girls. Dieci metri e ovviamente fori su una vite che, poi ricordi, ti è caduta dalle tasche mentre entravi. Ancora resisti e tiri fuori la bomboletta, la valvola salta e la schiuma riempie mezza carreggiata.
Spari anche la seconda cartuccia e un po’ tiene, viaggiare a 3 bar in fondo è allenante. Riparti a molla e al primo incrocio ti accorgi che le buche non ci sono solo a Roma, con un rumore secco il tuo cerchio geme e la gomma scende. Manca mezz’ora, tiri fuori la camera d’aria e con qualche istinto blasfemo le tue mani diventano come quelle della nonna quando impasta il pane. Riparti mezzo bianco di schiuma e mezzo nero di gomma, ma riparti. Un bel rettilineo a 180 pedalate al minuto e il nervoso ti passa un pò, non sei superstizioso ma in fondo...
...NON VEDI L’ORA che questa giornata nefasta finisca. Ma sei solo a metà della tua agonia. Quante probabilità ci sono di centrare al semaforo sulle strisce un giocatore di rugby (pilone centrale nelle mischie?) TU invece ci riesci benissimo. Ci vuole l’idraulico per svitarti la bici di dosso, lui neanche un graffio ed anzi, gentilmente, ti drizza con un colpo secco il manubrio storto, solo che ha criccato la pipa in carbonio da 15 grammi! Torni al lavoro, il piede sinistro è vero, è reale. E pensi che essere superstiziosi non è importante ma aiuta! Ti farai un bel poster con la scritta “Occhio al piede!!” e lo attaccherai davanti al tuo letto. Ma oggi devi...
...FARE BUON VISO A CATTIVO GIOCO Che poi più del gioco è proprio sfiga, chiamiamola col suo nome come dice Muccino. Sfiga, con la esse maiuscola. E quando è così, quando sbagli piede, alla luce degli studi del MIT di Boston, è meglio che ti giri nel letto e ti dai malato. Meglio un bel giorno di malattia immaginaria che una fila di sfighe che neanche Giona ha immaginato. A te invece che dentro ad una balena ti può solo capitare di finire dentro al camion del pattume assieme al cassonetto dove ti sei stampato. Dai retta al MIT, girati dall’altra parte e aspetta... aspetta...
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