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E SE FOSSE UN TRENO...
di Stefano Conca
Esistono almeno 3 categorie di treni e/o ciclisti

I treni ad alta velocità devono essere areodinamici come una bici da crono. La motrice è incredibilmente affusolata, quasi schiacciata per fendere l’aria e penetrarla; le ruote sono nascoste e non è ammessa nessuna sporgenza. Viaggiano a 300km/h e sono pressurizzati come gli aerei. Il cicloleso da sparo è esattamente così. Lo riconosci dal fuori sella che fa addirittura impressione (il culo in alto e la testa per terra). Dal bodi di 2 taglie più piccolo, cosi da strizzarlo e farlo sgusciare come un mollusco. Tirato a lustro come le scarpe della domenica. Si depila anche le sopracciglia perché si sa, il pelo rallenta. Ruota profilo 80 anche col temporale, mascherina ultraleggera da moscone per scivolare nel vento.
I treni a vapore sono un monumento. Viaggiano sui binari del tempo, sono affascinanti, ma soprattutto intramontabili. L’andatura non è schizzofrenica ma costante e senza scatti! I bilancieri e le bielle ruotano all’unisono esattamente come le gambe del ciclista classico. La sua pedalata risulta rotonda e la velocità è costante. Se sale, lo fa lentamente e sempre in maniera progressiva. Serve tempo e sufficiente spazio, per portare la caldaie alla giusta temperatura.
Inutile ingolfare lo stomaco di barrette e combustibile, tanto la macchina ne può assimilabile poco per volta. Il ciclista classico non si cura della velocità fine a se stessa, piuttosto assapora il viaggio e lo fa mantenendo sempre una propria autonomia. Le motrici moderne cambiano in continuazione; inseguono il tempo e non lo raggiungono mai. Il ciclista classico come i treni a vapore, invece, lo ferma!
Non sai mai cosa aspettarti da un treno merci. La motrice è potente ma quasi sempre sgraziata. I vagoni, di qualsiasi colore e forma, posso essere lunghi e bassi, oppure alti e grassi. Talvolta chiusi, oppure aperti. Stracarichi come insalatiere giganti, oppure vuoti e sgombri come scatole di sardine. Alcuni sembrano non finire mai, altri hanno solo il locomotore. Certi ciclisti sono così: non fanno caso a nulla, se ne fregano degli accostamenti, dei colori e dei componenti.  Le bici pesano come vagoni da cargo e hanno l’areodinamica dei container. 

Però quando meno te lo aspetti, te ne trovi uno appiccicato alla ruota posteriore; e se passa davanti, si porta a spasso il gruppo proprio come una motrice trascina un intero convoglio merci lungo quanto un fiume.

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