Email not displaying correctly? View it in your browser
RITORNA ALLA NEWSLETTER
BERNAL, ROGLIC E IL NUOVO CICLISMO
di CicloZeman
Il primo dato emergente dai risultati della settimana pre Lombardia è il fatto che a vincere classiche di prestigio come Tre Valli Varesine e Gran Piemonte siano stati i due protagonisti assoluti dei grandi Giri di quest’anno, rispettivamente lo sloveno Primoz Roglic (all'arrivo nella foto sotto), trionfatore alla Vuelta dopo essere stato terzo al Giro d’Italia e il colombiano Egan Bernal (all'arrivo nella foto della homepage), sensazionale vincitore del Tour de France. Ciò smentisce di fatto un luogo comune che era emerso nel nuovo secolo, probabilmente sull’onda delle scelte di Lance Armstrong quand’era in auge, ossia l’incentrare tutta la stagione su un solo appuntamento, presumibilmente il Tour, lasciando agli altri tutto il resto. Le nuove generazioni non fanno più così, hanno sete di successi e vogliono essere sempre protagoniste. Roglic e Bernal in questo senso sono esempi positivi, in gara sin dalle prime prove dell’anno e spesso, sempre più spesso non solo per accumulare km nelle gambe ma per giocarsi appieno le proprie possibilità.
Nella Milano-Torino, che storicamente fra le prove introduttive era quella dal percorso meno adatto a fare selezione, è emerso il canadese Michael Woods (Education First) al termine di un bel duello con Alejandro Valverde, protagonista per tutto il periodo post Mondiale ma uscito fuori con un bottino meno pingue di quanto avrebbe meritato. Nel complesso dalle prove italiane, tutte Hors Categorie, il principale sconfitto è stato… il ciclismo italiano, arrivato alla fine della stagione con la lingua di fuori a conferma di un bacino di atleti di livello ancora troppo esiguo e bisognoso di forze fresche che si spera arriveranno con i nuovi innesti fra i talentuosi Under 23.

Dando un’occhiata all’estero, nella Paris-Bourges soluzione in volata favorevole al locale Marc Sarreau con il nostro Andrea Pasqualon, sempre puntuale nelle gare d’oltralpe, buon quarto. Decisamente iniqua la collocazione della Parigi-Tours, decaduta a prova extra World Tour a dispetto del suo eccezionale prestigio. Una classica che nella sua storia era considerata terreno di caccia quantomeno dei passisti, grazie a un percorso senza grandi asperità, invece l’edizione di quest’anno è uscita dallo stereotipo della tradizionale volata di gruppo con una serie di arrivi alla spicciolata. A beneficiarne è stato il belga della Lotto Soudal Jelle Wallays, primo con 29” sull’olandese Niki Terpstra che contava di raddrizzare con un colpo di coda una stagione decisamente diversa dallo straordinario 2018, forse anche a causa della scelta di lasciare un team di World Tour per approdare alla Total Direct Energie. Una scelta che non ha pagato.
Credito foto: bettini_photo_per_bianchi_vitesseonline.it
Credito foto homepage: cyclingnews.com
Sport Service S.r.l. Milano, Via Smareglia Antonio, 7