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CLASSICI ADATTATI
di Enrico Monti
ACQUA IN BOCCA. Vi è mai capitato di rimanere in griglia ad una delle manifestazioni clou del vostro anno agonistico con un rompiballe che non sta zitto neanche un secondo? In un’ora venite a sapere anche il colore dei pantaloni di quando ha fatto la Comunione e quanti gatti ha avuto il suo vicino di casa nella sua carriera di gattaro. E’ come il suono della mitraglia che descrive Lussu in “Un anno sull’altipiano”. Le vostre orecchie ad un certo punto non riescono più a distinguere le parole dal rumore dell’elicottero che volteggia sopra di voi, sperate che finalmente tacerà e invece raddoppia il volume, fa spelling a 95 decibel accostandosi al vostro orecchio come fa Mick Jagger quando canta col microfono. Se potesse vi ciuccerebbe il lobo da quanto si avvicina. E’ dura stare calmi, vi sentite proprio all’ultimo stadio prima del lancio di un Apollo, siete proprio con...
...L’ACQUA ALLA GOLA. E non è una battuta. Il sorso che bevete dalla boraccia viene sciaguagliato dalla punteggiatura del vostro incubo e vi fa quasi affogare dalla rabbia. Lo vorreste fare tacere in qualsiasi maniera ma attorno a voi, in una griglia da 2000 persone, ci sono 10 metri quadri liberi quasi avessero tirato del gas. Ridono i vicini, oggi è toccato a te pensano (infatti verrai poi a sapere che l’uomo in questione è famoso, in quanto non corre neanche). Si iscrive e sta il griglia per due ore con il solo scopo di parlare e sfogarsi dopo una intera settimana passata a pensare a cosa dire la domenica mattina alle 5 in griglia. Nella vita capita di tutto, cose belle e cose brutte; bisogna avere un forte spirito di adattamento e, in questi casi, la fortuna che il soggetto in questione trovi...
...PANE PER I PROPRI DENTI. L’evento inatteso e insperato, come quando nei western di annata mentre gli apaches infilzano e sforacchiano con le frecce i poveri occupanti della tua diligenza ecco! Arrivano le Giubbe Blu. Così, mentre sei spiattellato sull’orizzontale del tuo telaio come l’altimetria che hai incollato, ecco che arrivano i nostri: la provvidenza si materializza con un ciclista incauto che viola lo spazio di sicurezza attorno a lui e a te e si mette al suo fianco per guadagnare quel metro scarso in griglia. Ahi! incauto uomo! Il nostro si gira e notando la nuova preda lo smitraglia all’impazzata mentre tu, come un gatto scivoli indietro a costo di partire assieme ai barellieri dell’Unitalsi. Lui ti guarda stupito come un bambino che cade nel vuoto e soccombe all’istante di fronte al nutrito numero di sillabe che gli piovono addosso. Mors tua vita mea... ma è un altro detto che affronteremo prossimamente.
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