Mentre molti dei campioni del pedale si allenavano e poi affrontavano il durissimo pavé della Parigi-Roubaix, altri big continuavano nella loro preparazione per la seconda porzione delle classiche del Nord, che prenderà il via domenica prossima con l’Amstel Gold Race. Il Giro dei Paesi Baschi, prova World Tour, ha chiamato in causa molti di loro, dando anche indicazioni in vista della parte successiva della stagione, quella incentrata sul Giro d’Italia e sulle prove a tappe introduttive al Tour de France. La prova spagnola è stata appassionante ed ha offerto molti spunti.
In terra iberica è tornato a pedalare Julian Alaphilippe, il dominatore di Strade Bianche e Milano-Sanremo, pronto a competere nelle altre prove di un giorno. La sosta sembrava non avergli fatto male, vista la superiorità palesata nella seconda tappa, vinta ancora una volta in volata, arma in più ormai entrata nel suo bagaglio. Il giorno dopo però una brutta caduta lo ha estromesso dalla corsa, costringendolo al ritiro e materializzando fosche nubi sul suo immediato futuro. Per fortuna gli esami non hanno evidenziato problemi particolari e Alaphilippe ha ripreso ad allenarsi con circospezione, puntando all’Amstel, anche se il suo grande obiettivo è la Liegi-Bastogne-Liegi della settimana successiva.
Venuto a mancare il più atteso, la gara spagnola ha messo in luce i talenti della Bora Hansgrohe, squadra che sta dimostrando sempre più una sua identità che prescinde dalla presenza nel roster di Peter Sagan. In assenza dello slovacco, si sono erti a protagonisti prima l’austriaco Maximilian Schachmann (sotto nella foto), vincitore addirittura di tre tappe e che sembrava lanciato verso il successo finale. L’austriaco però è sì un buon scalatore, ma non ha il piglio del leader: quando è stato messo in difficoltà, è emerso il compagno di colori tedesco Emanuel Buchmann, rimasto al comando fino alla penultima tappa.
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