...DURI D’ORECCHIE. In qualche caso capita infatti che tanto spreco di parabola sia insufficiente per un buon udito. Il nostro amico ci sente veramente male, patisce ronzii e sfregamenti dovuti ai refoli di vento. La conferma l’abbiamo quando il suo nome viene scandito con esattezza e precisione dalla voce al microfono che chiama i sorteggiati all’antidoping. Lo vediamo subito in difficoltà: prima chiede conferma ai vicini che il nome sia proprio il suo, poi si incupisce e per miracolo le sue orecchie si ripiegano come un fazzoletto e diventano quasi normali; poi ancora non convinto si allontana per accertarsi, dice, che il tizio al microfono non abbia letto un nome per l’altro; quando proprio non c’è più nulla da fare e gli toccherebbe andare nell’androne del prelievo, voilà!, dispiega di nuovo le orecchie e in un batter di lobi sparisce come il Drago dei Nibellunghi, inseguito a sirene spiegate da giudici, medici, Vigili e 118. Altro che duro, lui...
...HA L’ORECCHIO FINE. Che detto così sembra quasi un nome da Sioux, ma nella realtà le fatidiche orecchie “da pipistrello” sono una risorsa nelle fasi più calde della gara. Si accascia sul cockpit anteriore integrato e l’immagine è fantastica! Un tutt’uno con la forma studiata in galleria del vento; le orecchie in questo caso sono un timone, un preciso flap come le ali del pipistrello, sporgono dal casco quel giusto che basta a passare inosservato tra la bagarre della gara e dileguarsi. Avete mai provato a inseguire due orecchie del genere? Irraggiungibili! Un vantaggio nel dritto accompagnato dal fischio tipico del portapacchi della Prinz...